lunedì 23 agosto 2010

La ragazza di Via Maqueda (Dacia Maraini)

Quando ho incrociato gli occhi della bambina il cui primo piano è nella copertina del libro La ragazza di via Maqueda di Dacia Maraini non ho potuto fare a meno di portarlo a casa con me e leggerlo. Quegli occhi mi hanno catturata, emozionata, ed ho creduto che si trattasse dello specchio di ciò che avrei poi trovato all’interno di quelle pagine.

Quando mi sono messa alla lettura, però, dopo un paio di capitoli, mi sono resa conto che probabilmente non sarebbe stata una lettura di mio gradimento e non mi sbagliavo di molto.
Non perché il libro sia scritto in modo poco gradevole o poco scorrevole, non perché l’argomento trattato non mi piacesse o non mi piacesse lo stile dell’autrice ma perché si tratta di un libro strutturato in racconti, uno per capitolo, e io non ho mai amato particolarmente libri così.

Sono ricordi, spezzoni di vita ricordati dall’autrice con intensità, questo c’è da ammetterlo. Ma il fatto che i vari episodi restino per lo più in sospeso, alimentando la curiosità del lettore ma senza arrivare ad una fine mi ha un po’ innervosita (soprattutto in alcuni degli episodi narrati) e mi sono convinta che probabilmente non era il libro per me. Oramai, però, l’avevo preso in prestito in biblioteca e non mi sono sentita di restituirlo lasciando la lettura a metà.

L’autrice effettua un viaggio nei ricordi narrando episodi che hanno protagonisti diversi e che hanno la durata di un capitolo. Racconta degli episodi che solo a volte si strutturano in un breve ma completo racconto mentre in altri resta la curiosità di sapere che fine abbia fatto quella ragazza, cosa abbia deciso di fare quell’uomo e così via discorrendo.
Per lo più sono storie di donne. Donne che lasciano trasparire la propria personalità, le proprie gioie ed i propri dolori.

A volte l’autrice narra in prima persona chiamandosi direttamente in causa (in un capitolo mette anche il suo nome) a volte narra in terza persona. Racconta di persone e luoghi d’Italia, diversi luoghi d’Italia, partendo dalla Sicilia a Roma fino in Abruzzo, per narrare storie collegate al terremoto del 1915 ma che fanno pensare a tempi molto più recenti, sempre segnati dal terremoto.

La bambina in copertina mi ha del tutto spiazzata visto che non è che un’immagine che non ha un legame con la narrazione. Si parla di una bambina già nel primo capitolo ma dalla descrizione mi sono resa conto che non era nemmeno avvicinabile a quella in copertina. Forse più avanti, nel parlare di un’altra bambina che ha più o meno la stessa sorte di quella del primo capitolo si ha una certa somiglianza. Però la foto di copertina mi ha depistata alla grane e non so se sia stata una scelta “tattica”, così come il titolo del libro. Un titolo che può essere adatto per il capitolo in iniziale ma non per gli altri. Un titolo che alla fine ho pensato fosse più adatto a descrivere lei, l’autrice, che nel suo viaggio dei ricordi ci mette l’anima e scrive con il cuore.
Non tutti gli episodi mi sono rimasti in mente (e non è da molto che ho terminato la lettura). Alcuni mi hanno colpita di più, altri li ricordo perché mi è rimasta in bocca l’amarezza di non aver conosciuto la fine della storia, altri mi sono passati sotto gli occhi con una certa indifferenza.

In Sicilia (in tutto i racconti ambientati in Sicilia sono dodici).
• Il primo capitolo (quello da cui arriva il titolo del libro) narra di un uomo che si trova in mezzo ad una storia di riciclaggio di rifiuti tossici. Narra di una prostituta bambina che quell’uomo incontra ogni mattina e con cui, alla fine, finisce a letto. Resta in sospeso la storia dei rifiuti tossici, resta in sospeso la famiglia di lui… già da qui ho iniziato ad avere qualche dubbio in merito al prosieguo della lettura.
Ragazze di Palermo: una storia di amicizia dei tempi che furono. Destini che prendono una strada diversa da quella che le amiche di cui si narra avrebbero sperato, storie in questo caso svelate con maggiore completezza
La sposa Serena: una sposa che ha già il vestito bianco addosso ma che ha progetti diversi per se…
Roma (qui i capitoli sono sette, sette sono le storie).
Splendor: altra storia di prostituzione…
Sogno Romano: è la narrazione di un sogno fatto dall’autrice e che ha come protagonista Pier Paolo Pasolini.
Il calciatore di Bilbao è la storia di un amore che non ha un bell’epilogo.
In Abruzzo le storie sono cinque:
Le tombe dei Sanniti è il racconto di una ragazza che sta effettuando degli studi isolata dal resto del mondo. Ha un ragazzo che l’aspetta per sposarla ed una missione da compiere. Un racconto che proprio non ho capito: mi è sembrato come un dipinto lasciato a metà, con le immagini tracciate in modo grossolano ma senza decisione.
La bambina e il terremoto: la scrittrice raccoglie il racconto di una bambina scampata al terremoto. Ha delle foto di persone che non conosce ma in merito alle quali vuole scoprire qualche cosa…

Il libro è scritto molto bene, con passione e padronanza ma io credo di non essere riuscita ad apprezzarlo appieno. Anche stavolta credo che sia un problema mio, probabilmente avevo delle aspettative diverse e questo modo di scrivere, di ricordare “ad episodi” mi ha un po’ spiazzata.
L’autrice cita personaggi (da Pier Paolo Pasolini a Gennaro Finamore, ai cui scritti fa più volte riferimento e del quale ammetto di non conoscere proprio nulla), descrive luoghi e sensazioni. E lo fa in con ricchezza lessicale e profondità. Da questo punto di vista nulla da dire. Le mie perplessità si fondano altrove…
***
La ragazza di Via Maqueda
Rizzoli
18.50 euro
271 pag.

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