martedì 9 novembre 2010

Il quaderno nero dell'amore (Marilù S. Manzini)


Chissà se esistono davvero Maria Vittoria, Riccardo e Paola.
Mi piacerebbe conoscerli. Per guardarli negli occhi e vedere se il vuoto delle loro vite traspare dai loro sguardi.
Vite vuote. Non trovo una diversa definizione per quanto narrato ne Il quaderno nero dell'amore. Vuote, soprattutto senza valori che non siano quelli del successo, del denaro, del sesso senza limiti.

Vorrei proprio conoscerlo, quel Riccardo lì. Per prenderlo a schiaffi. Il fighetto, il figlio di papà, il titolare del locale più "in" della zona, con una moltitudine di donne ai suoi piedi, con droga a volontà, sballo costante ed un unico pensiero: godersi i soldi di papà e fare sesso a volontà. Vorrei proprio guardarlo negli occhi per vedere se le tracce della sua follia, che sfocia in violenza improvvisa e feroce, peraltro impunita.

Vorrei conoscere Paola e sua madre. Prima sua madre, però. Per chiederle che razza di educazione crede di aver impartito a sua figlia, facendola crescere con l'idea intesta di dover sfondare a tutti i costi nel mondo del cinema, della televisione, del gossip, degli ambienti che contano. Paola - con le sue gambe lunghe e perfette, il suo corpo da bambolina e la sua anima venduta al diavolo - vorrei proprio guardarla negli occhi e chiederle a che cosa è servito darsi a chiunque potesse rappresentare un passepartout per il successo. A cosa è servito umiliarsi con personaggi famosi, più o meno giovani, più o meno influenti quando, alla fine, ha bussato alla sua porta una malattia che non le ha chiesto di stendersi sul letto per qualche minuto di sesso ma che se l'è presa senza richieste e, soprattutto, senza promesse di successo. Se l'è presa e l'ha consumata pian piano, in quel suo bel corpo scultorio che cercava - nonostante la malattia - affannosamente di sfondare.

E Mavì... Maria Vittoria. Con la sua mania per gli odori - che cattura da chiunque incontra archiviando veri e propri reperti in sacchettini sigillati - eterna fidanzata di un uomo che non ama, che l'annoia, che arriva a nausearla quando, una volta lasciato, le chiede un risarcimento di oltre 50.000 euro per i soldi investiti per lei in tutto il tempo del loro fidanzamento. Il sesso con il suo uomo è solo la minima parte della sua vita sessuale piuttosto variopinta.

Personaggi pescati in un mondo patinato, personaggi altolocati (che lo sono per fortuna, grazie ai loro genitori o che tentano di esserlo per sollevare la testa dalla loro origine di "ceto medio") e fatta di lustrini e paillettes. Personaggi molto ben descritti, con un linguaggio forte - anche troppo - nella loro psicologia perversa.

Il Quaderno Nero dell'Amore narra le loro avventure sessuali e non solo. Si sono accordati per appuntare su un quaderno i loro incontri sessuali senza trascurare alcun dettaglio: di volta in volta ognuno racconta la sua esperienza e gli altri due danno dei voti a seconda della performance, delle circostanze e tutto il resto. Un gioco. Un gioco che li porta a lasciare su carta anche emozioni, confessioni di situazioni imbarazzanti, delitti, ricatti. Non solo sesso, dunque, nel quaderno ma anche attimi di vita che sembrano non dare tregua ai protagonisti, sempre più votati alla droga, all'alcol e alla follia.

Il romanzo è strutturato come un vero e proprio diario che racconta spezzoni di vita dei protagonisti. Un romanzo che non mi ha lasciato nulla di positivo. Mi ha lasciato solo l'amarezza davanti alla possibilità di vite realmente vissute in quel folle modo. L'amarezza per un delitto impunito. L'amarezza per il "tutto è concesso ai figli di papà".

Il personaggio che più ho odiato - non che abbia amato gli altri! - è Riccardo. E non perchè sia femminista (non c'è da vantarsi di far parte del genere di appartenenza di due personaggi come Paola e Mavì) ma per quel suo modo di fare così spocchioso in ogni circostanza, così apertamente volgare anche nei momenti di minore fortuna.

L'idea editoriale non è affatto male: l'autrice scrive molto bene, ottime le descrizioni di situazioni ed avvenimenti, ma molto viene lasciato in sospeso tranne che le scene di sesso. Quelle vengono descritte meticolosamente nella maggior parte dei casi. Le storie restano appese in più punti: una caratteristica, questa, della narrazione in stile "diario" visto che in un diario spesso si raccolgono sensazioni del momento senza curarsi di riportare poi il seguito. E questo mi ha un po' innervosita.

Alcuni passaggio sono molto forti, il linguaggio è spesso gratuitamente volgare, anche quando non servirebbe, ma le circostanze, le situazioni narrate a volte richiedono anche questo.

La lettura scorre senza problemi, sia per la tecnica narrativa usata che per la struttura in capitoli brevi. Ma a me non ha lasciato assolutamente nulla. Nessun messaggio positivo, niente di niente. Solo la fotografia ingiallita di quel mondo patinato che molto promette ma che consuma dentro. Un mondo a me molto lontano ma che non faccio fatica ad immaginare come reale in certi ambienti. Nessun messaggio di speranza se non fosse per l'epilogo che riguarda Paola ma è davvero poca cosa rispetto a tutto il resto.

Solo messaggi negativi: l'uso di droghe come se fosse la normalità, alchool a fiumi, sesso sfrenato (e quando dico sfrenato intendo davvero senza limiti... ne' di partecipanti ne' di atti materiali in se) ma anche la violenza che esplode improvvisa e senza senso, che sfocia in un insensato delitto e che per di più lascia impunito il suo fighetto autore. Ennesima riprova di quanto il denaro di papà sia tutto in certi ambienti, tutto... senza il minimo ritegno, segna il minimo rimorso di coscienza.

"Lo scopo ultimo di questo romanzo è la ricerca dell'amore, quel sentimento che ognuno di noi ha cercato almeno una volta nella vita": questo si dice in coda al romanzo ma io non sono affatto d'accordo.
Quale ricerca dell'amore? Non basta inserire pensieri sparsi in qualche pagina di un quaderno di questo tipo per far intendere che ci si è innamorati... Innamorati. Chi? Paola? Innamorata del calciatore di turno, del giornalista famoso di turno a cui nei suoi pensieri chiede con tutta se stessa di sposarla per poter finalmente vivere di sesso, soldi e gossip? Questa è la ricerca dell'amore?
O quella di Riccardo... Dove sta la ricerca dell'amore di Riccardo? Nel farsi sottomettere sessualmente dal suo migliore amico dopo aver sbandierato ai quattro venti la sua fama di insaziabile sciupafemmine da una botta e via? Qual è il suo concetto di amore? Quello per i soldi di papy, per la Ferrari, per le serate da sballo... E' questo l'amore che cerca Riccardo?
O Maria Vittoria... Che esce da uno strano rapporto d'amore con un fidanzato che si decide a lasciare restandoci pure con un palmo di naso e che scopre di amare Max, l'eterno amico di Riccardo (quello a cui mi riferivo sopra...) dopo una settimana in cui è costretta, per un vile ricatto, a stare con lui. Scoppia così l'amore? Tra l'altro un amore perduto non si capisce bene come e perchè...

Io non sono d'accordo con chi definisce questo romanzo un "capolavoro di letteratura"... Mi sembra proprio un'esagerazione.

E poi trovo che sia fortemente sponsorizzato. Innumerevoli marchi sono ripetuti più e più volte soprattutto quelli del mondo della moda. Così, tanto per gradire.
***
Il quaderno nero dell'amore
Marilù S. Manzini
Rcs Libri edizione 2007
8.60 euro
pag. 333

1 commento:

  1. ciao Stefania
    ero davvero curiosa di sapere cosa ne pensavi di questo libro ... da quello che ho letto per il momento lo lascio nello scaffale della libreria ... anche perchè ne ho molti altri in programma!!!
    buona serata Patrizia

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