martedì 29 novembre 2011

Libri: ad ognuno il suo. Da Nati per Leggere ho imparato che...

Un momento dell'incontro a cui ho partecipato
Un libro non va bene in assoluto per il solo fatto di essere un libro. 
E non è sempre bello per il solo fatto di essere un libro.
Così come non è sempre educativo per il solo fatto di essere un libro.
Ne sono sempre stata convinta, soprattutto per quel che riguarda le letture da proporre ai più piccoli. Ne ho avuto prova in occasione di un corso di formazione tenuto da referenti del progetto Nati per leggere che si occupano, in particolare, del progetto nella mia regione, le Marche.

Conoscevo già il progetto, al quale ho aderito tempo fa come genitore e del quale condivido gli obiettivi. Nati per leggere promuove la lettura ad alta voce in famiglia. Si indirizza alle famiglie ma coinvolge una serie di attori che vanno dai bibliotecari ai pediatri passando per tutti quegli operatori che hanno a che fare con i bambini.

Ho appreso con piacere che è operativo un coordinamento regionale anche nelle Marche e mi auguro che si possa creare una rete più capillare di quanto non lo sia ora, sensibilizzando le istituzioni affinchè diventino partners privilegiati - e convinti - di un progetto di questo tipo.
La lettura, nell'ambito del progetto Nati per leggere, viene vista come promozione della salute e del benessere fisico, psichico e sociale del bambino. Viene considerata, inoltre, come uno strumento privilegiato di miglioramento relazionale tra genitori e figli. Interessante, a questo proposito, l'intervento della pediatra Laura Olimpi che ha affrontato molteplici aspetti riguardanti la crescita e lo sviluppo dei bambini inteso a 360°. 
Da non sottovalutare, inoltre, il legame e la complicità che vengono a crearsi tra genitori e figli già in tenerissima età quando a consolidare il "legame di sangue" c'è anche l'esperienza che passa per le pagine di un libro.

Nel corso dell'incontro ho avuto molte conferme di ciò che ho sempre cercato di fare mio ed attuare in famiglia, con i miei bambini. 

Ho trovato molto interessante ed utile per le mamme ed i papà l'intervento della responsabile regionale del progetto, Valeria Patregnani, circa la tipologia di letture da proporre ai bambini a seconda della loro età. Spesso i genitori sono spiazzati quando si trovano in libreria e vogliono comprare un libro per il proprio bimbo così come lo sono coloro che vedono balenare per la loro mente l'idea (ma ce n'è di gente così? Io mi auguro che ce ne sia sempre di più) di comprare un libri in dono ad un nipotino piuttosto che un mostro o un videogioco! Ecco, dunque, che il vademecum illustrato passando in rassegna le varie età dei bambini mi è sembrato molto molto utile.

Mi piacerebbe condividere ciò che ho imparato o ciò di cui ho avuto conferma.

0-6 mesi 
La mamma (o il papà... parlo di mamme ma è sottinteso che il discorso va declinato anche al maschile) può cantare, parlare e raccontare storie al bambino. Anche la voce della mamma, a prescindere da ciò che dice o che narra, aiuta il bimbo a crescere.
Il bambino a questa età ascolta con piacere la voce umana e ne assapora la sonorità a prescindere da ciò che viene cantano o raccontato. Fontamentale sarà il tono che deve essere un po' "partecipativo", non freddo e meccanico. Il bimbo è piccolo ma percepisce ogni sfumatura... Un discorso, questo, che poi sarà valido per sempre: nel leggere ad un bambino serve partecipazione da parte del lettore. Non esagerazioni teatrale, questo no. Ma la voce, l'intensità, l'enfasi hanno un ruolo importante nel trasmettere emozioni anche queando - come avviene a questa età - non è ancora il testo che fa presa sui piccoli.
A questa età il bimbo ama le ninne nanne e le coccole che arrivano dal suono, dalla musicalità delle parole. Ama anche il contatto visivo oltre che quello fisico così come la mimica gestuale che lo "cattura". Inizia un dialogo affettivo con la mamma emettendo i primi suoni o vocalizzi. Non è ancora nell'età in cui possa provare interesse o piacere nel manipolare il libro che verrà, però, proposto da mamma e papà.
Quali libri proporre? Quelli che propongano dei testi musicali: ninne nanne, filastrocche, tiritere, scioglilingua.

6 - 12 mesi 
A questa età il bimbo afferra gli oggetti che ha a portata di mano, libri compresi. Tente a portarli alla bocca per esprorarli il più possibile. Le foto e le immagini cominciano a risultare interessanti e inizia a capire come funziona un libro: comincia a capire che ha un verso, che si spagina... In questa fase il bambino vuole avere accanto a se un adulto partecipe, che osservi il libro con lui e che gli trasmetta interesse. I libri fotografici lo catturano e le immagini attirano la sua attenzione soprattutto se le figure proposte sono di animali oppure oggetti a lui noti ma anche volti.

 12/24 mesi
A questa età il bambino inizia a maneggiare il libro in modo corretto e gli è familiare. Riconosce le immagini riuscendo ad indicarle ogni volta che le sente nominare e cerca di ripetere le parole (a modo suo, ovviamente). 
Quali libri proporre? I suoi tempi di attenzione si allungano per cui si possono proporre libri con storie brevi e di semplice comprensione che abbiano, magari, come protagonisti gli animali. Molto stimolanti anche i libri con i buchi o con parti mobili. Attenzione, però! Vanno evitati libri con parti che possono risultare pericolose o che si possono staccare. Magari sono carini a vedersi ma possono anche essere pericolosi. Si tratta di un'accortezza da tener presente sempre, non solo a questa età.

24/36 mesi
Una storia al giorno, tutti i giorni, per creare dipendenza!
Questo slogan mi è piaciuto molto e mi ci rivedo molto visto che con i miei bimbi sono riuscita ad arrivare ad una lettura al giorno senza che per loro sia un sacrificio ma un piacere. Sono loro che mi chiedono di leggere una storia e lo facciamo ogni giorno. Moltiplicato per due visto che i bimbi sono due ed ognuno vuole la sua storia.

A questa età i bambini sanno manipolare bene il libro e capiscono come funziona la lettura e la corrispondenza con le immagini. Il suo ascolto è più attento e riesce a mettere in relazione ciò che ascolta con ciò che vede illustrato. Comincia anche a saper ripetere storie brevi in modo ordinato, tanto da dare loro un senso.

Quali libri proporre? Storie che iniziano a presentare degli elementi emotivi, illustrazioni con più particolari, storie che parlano di quotidianià.

3/4 anni
Abbraccia teneramente il tuo bambino con le parole di un libro.
Anche in questo caso ho trovato la frase introduttiva usata per parlare di questa fascia d'età come un simbolo della tenerezza che si trova dietro alla lettura di un libro ai bambini. La lettura di un libro come un gesto d'amore. Non certo come un compito ingrato o come qualche cosa che ci si sente costretti a fare ma senza aver alcun trasporto.
 
A questa età i bambini riescono a seguire anche le storie più complesse, è capace di anticipare il finale delle storie che gli sono più familiari e sviluppa anche una crescente curiosità tale da porre interrogativi pertinenti con ciò che ascolta. 

Quali libri proporre?
Albi illustrati, libri che iniziano a richiedere una serie di competenze, storie più strutturate visto che i tempi di attenzione diventano più lunghi ed anche le esigenze dei bambini cambiano.


4/5 anni 
 A questa età un libro tira l'altro e di storia in storia i bambini crescono. 

A questa età i bambini vogliono scegliere da soli i libri da leggere, i loro tempi di ascolto sono decisamente più lunghi e iniziano a far finta di leggere le storie, aiutati dalle immagini.
  I miei bimbi in questo momento sono in questa fasci d'età: il piccoletto ha quattro anni e la principessa di casa ne ha sei. Spesso li vedo andare zitti zitti verso la loro biblioteca ricavata in salone, scelgono un libro e se lo leggono a vicenda. Riescono a leggerlo a volte anche ricordando intere frasi. 
La bambina inizia a leggere qualche parolina da sola ma vi posso assicurare che è stato così anche prima che iniziasse a farlo. E' uno spettacolo vederli quando si raccontano le storie!
Quali libri a questa età? 
Storie divertenti, fiabe tradizionali e storie più moderne che richiedano anche tempi si ascolto più lunghi. Stimolanti anche le storie che parlano di famiglie, di fratelli, di sorelle...

In questo momento, mentre sto scrivendo, i miei bimbi sono in salotto intenti a raccontarsi storie. Li sento ridere, scherzare, alternare momenti di silenzio a momenti più "coloriti". E' davvero bello. E confermo: leggere a voce alta, in famiglia, fin da piccoli... fa bene!

Spero di aver fatto cosa utile rendendovi partecipi di una piccola parte delle tante - utili - cose che sono state dette durante l'incontro con gli operatori di Nati per leggere. 
Segnalo anche che Nati per leggere ha stampato un catalogo - mi pare di aver capito che a breve ne sarà stampato un altro -in cui vengono suggeriti libri adatti alle varie fasce d'età, suddivisi in modo molto chiaro.  
I suggerimenti tengono conto di alcune caratteristiche di fondo che un libro deve avere per essere un buon libro: 
* libri sicuri, certificati CE, che rispettino le normative Europee
* libri che abbiano la forma di libro (una definizione che mi è molto piaciuta)
* libri maneggevoli ed affidabili
* libri che possano anche essere puliti.


Spero anche di non aver detto troppo, di non aver annoiato... Ho voluto rendervi partecipi per rimarcare come incontri di questo tipo siano imporanti anche per le mamme che non stanno con i bambini per professione (come gli insegnanti) ma per crescere con loro, tra le mura di casa.

Ps. al termine dell'incontro abbiamo anche affrontato l'aspetto "tecnico" della lettura ai bambini... magari ne parliamo un'altra volta, se la cosa può interessare...

lunedì 28 novembre 2011

Tutte le coccole del mondo (Bisinski Sanders)

E' proprio vero: i libri non vanno bene in assoluto, per tutti, per il solo fatto di essere libri. Nella scelta è necessario tener conto di una serie di variabili tra le quali ce n'è una da cui non si può prescindere: l'età del lettore. Soprattutto quando si tratta di libri per bambini non si può proporre di tutto ed in qualsiasi momento perché si corre il rischio di non vedere la proposta apprezzata.
Ne ho avuto prova con Tutte le coccole del mondo che è indubbiamente un libro per bambini piccoli, più piccoli dei miei. 
L'abbiamo scelto un po' di fretta - sono sincera - visto che il piccoletto non si decideva abbiamo dato un colpo all'acceleratore ed abbiamo presto questo libro. 
La sua particolarità è data dal fatto che le pagine non sono tutte uguali ma a seconda dell'animale che viene proposto, in alto o lateralmente la pagina è intagliata e presenta l'immagine del relativo protagonista. Così, se si vuole arrivare al maialino senza passare per tutti gli altri, basta mettere un dito sulla sua immagine ed aprire la pagina a quel punto. 

Però... a noi ha deluso un po' il contenuto visto che i miei bimbi - di quattro e sei anni - si aspettavano qualche cosa di più da leggere. 
Non è un libro da leggere ma da guardare...
Non sono proposte altro che brevi frasi che poi si accoppiano con immagini esplicative. Un esempio? Nella pagine dedicata alla chioccioline si trova, scritto in grande Coccole Chiocciole e l'illustrazione di due chioccioline che si sorridono e si toccano con le antennine oppure nella pagina dei leoni ci sono due leoncini con una corona e la frase proposta è Coccole reali... E così via discorrendo.


E' un libro da guardare: sono le immagini che possono suscitare emozioni. I testi sono quasi superflui, secondo me. Anche da toccare per la particolarità delle pagine e delle immagini che si trovano sul lato superiore e su quello di destra. Lo abbiamo preso in biblioteca, edito da Babalibri nel 2007, tradotto dalla versione originale francese Tous les calins.
Ai miei bimbi non è piaciuto. Al di là della curiosità di aprire le pagine selezionando i personaggi lateralmente, non hanno apprezzato più di tanto. Ci ho dovuto costruire sopra una storia di coccole un po' a modo mio per proporlo ai miei cuccioli ma poi è rimasto in un angolino, del tutto abbandonato a se stesso.

Credo che ciò sia dovuto al fatto che non sono più nell'età di libri di questo tipo e l'errore è stato mio, nello scegliere un libro così senza tenere conto di ciò.
Si tratta di un libro cartonato, piuttosto pesante, facile da sfogliare anche per piccole manine, con sfondi molto colorati ed immagini piuttosto grandi.
Consigliato per bambini piccoli. Non adatto ai miei. 
*** 
Tutte le coccole del mondo
Bisinski Sanders
Babalibri
11.00 euro

venerdì 25 novembre 2011

Il gigante egoista (O. Wilde - Roberto Piumini) - Venerdì del libro

Nel titolo ho indicato il nome di due autori. Non è un errore: il libro Il gigante egoista che abbiamo in casa, della collana Una fiaba in tasca Edizioni El è una storia classica di Oscar Wilde, raccontata però da Roberto Piumini. E' una proposta a misura di bambino con illustrazioni di Nicoletta Costa.
Un libro importante, mi vien da dire, con un racconto che offre molteplici spunti di riflessione e che, in questa versione, è misurato sulle esigenze dei piccoli lettori, a cui questa collana si indirizza.
Una collana economica - ogni libro costa 3.50 euro - e piuttosto ricca in fatto di titoli. Nata, probabilmente, per proporre le favole classiche, negli ultimi tempi si è arricchita di storie nuove che non conoscevamo.
Ne abbiamo diverse, alcune le ho anche recensite come il primo in assoluto che abbiamo comprato - Giovannin Senza Paura - o una delle favole più classiche che ci siano, resa però molto particolare da Piumini: Biancaneve. Ma anche La principessa sul pisello fa parte della nostra libreria ed ho avuto occasione di proporre una recensione in merito. Risparmio i titoli di tutti gli altri che abbiamo in casa, ancora non recensiti, per non annoiare... Chi fosse interessato a conoscere i titoli della collana mi chieda pure: sull'ultima di copertina oltre ad un estratto del libro sono proposte anche le copertine di tutti gli altri per cui sono di facile individuazione.

Per questo Venerdì del libro di Homemademamma ho pensato a questa storia grazie ai miei bimbi che, l'altra sera, mi hanno chiesto per l'ennesima volta di leggerla e, a lettura conclusa, mi hanno fatto un sacco di domande in merito.
Quando, poi, a scuola le insegnanti mi hanno detto che lo scorso hanno si è lavorato molto su questa storia, cogliendo molteplici spunti didattici, ho sentito l'esigenza di parlarne.

La storia ha un chiaro sfondo religioso con la conclusione che richiama apertamente a Gesù, alla sua crocifissione e al suo ruolo nel condurre le anime in Paradiso. Un riferimento che si somma ad altre considerazioni che arrivano dalla storia.

Il gigante è un tipo burbero e solitario. In sua assenza un gruppo di bambini gioca nel suo giardino e lui, al ritorno, li caccia via senza pensarci su. Da quel momento, senza i bambini che portano allegria, nel suo giardino non tornerà più la primavera fino a che...

Per i pochi che non abbiano ancora letto questo libro lascio un minimo di mistero sul racconto. Noi lo leggiamo sempre con piacere e le curiosità dei miei bimbi arrivano puntuali.
"Perché c'è la primavera solo se ci sono i bambini?".
"Perché il gigante vuole stare da solo e li manda via?".
"Come fanno i bambini a far tornare la primavera?".
"Dove va il gigante alla fine della storia?".
"Chi ce lo porta?".
"Perchè è felice?".
Insomma, di curiosità ne vengono fuori sempre molte.

Non è una storiella semplice da capire da parte dei più piccoli, soprattutto alla prima lettura. E' ben resa da Piumini, questo va detto, che la rende meno complessa di quanto - giustamente - non lo sia la versione originale ma io ho dovuto comunque dare delle spiegazioni ai miei bimbi che all'inizio sono rimasti un po' perplessi. 
Ora, a furia di leggerla e di parlarne, le loro curiosità sono state per lo più soddisfatte ed è bello starli a sentire quando raccontano la storia a modo loro, la arricchiscono con la loro fantasia.

Le illustrazioni di Nicoletta Costa ci sono molto familiari e sono immediatamente riconoscibili, anche se non si tratta dei suoi personaggi più classici. Linee pulite, tanti colori, personaggi espressivi pur nella loro semplicità...
Due parole sulla grafica. Il testo è scritto in corsivo ben leggibile. A differenza di altri libri in cui il testo è scritto in stampato, e che permette ai bimbi che sono alle prime armi con la lettura di leggere qualche parolina, in questo caso la prova è un po' più difficile per cui la mia bimba, che ha sei anni, dovrà ancora attendere un po' per leggere il corsivo. Comunque con qualche parolina ci prova.
Formato maneggevole, non molto grande, testo ben disposto accanto alle illustrazioni.

Un libro che consiglio, una collana che consiglio, una storia attorno alla quale anche i più grandi possono riflettere.
***
Il gigante egoista
Oscar Wilde - Roberto Piumini
Edizioni El - collana Una fiaba in tasca
3.50 euro

mercoledì 23 novembre 2011

La giostra - periodico

Domenica scorsa abbiamo portato i nostri bimbi ad una manifestazione organizzata in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti dell'Infanzia nel corso della quale era stato allestito un tendone riscaldato all'interno del quale sono state proposte una serie di iniziative indirizzate ai bambini. In un lato del tendone sono state allestiti dei banchetti per un mercatino il cui ricavato sarebbe stato dedicato alle scuole cittadine. In uno di questi banchetti ho trovato un periodico che ha attirato la mia attenzione: nel guardare la copertina ho pensato che potesse essere adatto ai miei bimbi. Si tratta de La Giostra. Mi sono fermata e il ragazzo che curava il banchetto - che tra l'altro mi ha riconosciuta come giornalista ma io non ho idea di chi sia... spero voglia scusarmi per questo - mi ha regalato tre vecchie copie per avere un'idea del loro contenuto.
Ha precisato subito che si tratta di un mensile di ispirazione cattolica, edito dalla Fondazione Apostolicam Actuositatem, ma io devo dire che al suo interno non ho trovato nulla che possa far pensare ai classici fascicoli in cui si trovano parabole, preghiere o cose del genere. 

Abbiamo trovato tante attività, storie da leggere, pagine da ritagliare, da colorare, approfondimenti culturali a misura di bambini e devo dire che ci è subito piuaciuto. Lo abbiamo guardato insieme e da come brillavano gli occhi dei bimbi ho capito che sarebbe piaciuto loro più di quanto avessi immaginato. E così è stato. Tanto che, oltre alle attività manuali che abbiamo fatto insieme, hanno passato molto tempo a colorare le pagine a ciò destinate e mi hanno chiesto di leggere ciò che - per via della loro età - non riuscivano a leggere da soli.

 
In uno dei tre numeri abbiamo trovato la storia del villaggio scozzese di Ard circondato da distese di fiori di cardo selvatico (e subito abbiamo pensato a Trilli e alla sua avventura con i cardi scattanti!) che, alla fine della storia, ha difeso il villaggio tanto da venire scelto come simbolo della Scozia.
A lettura ultimata siamo passati alla fase manuale: il piccoletto ha scelto di colorare il cardo (ed abbiamo imparato che si tratta di un fiore molto particolare e spinoso) mentre la sua sorellina ha scelto il personaggio della storia raccontata in un altro numero, una certa Cariddi. Vi dice niente?

Molto interessante anche l'inserto centrale in cartoncino in cui sono proposte attività manuali: ritagliare, costruire, giocare... In un numero abbiamo trovato delle navi ed imbarcazioni da ritagliare per allestire il nostro particolarissimo mare (abbiamo fatto uno strappo alla regola usando i cuscini del divano come mare... il colore si prestava e la dimensione anche).... e devo dire che hanno giocato a lungo con queste sagome. Prima si sono divertiti a ritagliarle e preparare le varie imbarcazioni, poi hanno inventato storie in mare. 



Altro numero, altra attività manuale: il teatrino in una mano. Nell'inserto centrale abbiamo trovato tante sagome di personaggi che poi sono diventati delle simpatiche marionette da infilare sulle dita. Anche in questo caso, divertente la fase di preparazione e poi quella più fantasiosa, con il teatrino e le storie inventate. 

In entrambi i casi ci siamo imbattuti in immagini a noi familiari visto che le sagome da ritagliare sono state create da Agostino Traini il cui tocco è a noi noto per via dei vari libri che abbiamo in casa e che hanno per protagonisti i suoi personaggi.




Oltre alle storie e agli inserti da ritagliare, abbiamo trovato approfondimenti artistici nella rubrica A come Arte, ricette semplici semplici, oggetti curiosi,filastrocche (la cui canzone può essere scaricata in Mp3 dal sito www.lagiostra.biz) ed altro ancora.

La Giostra ci è proprio piaciuta tanto che abbiamo deciso di fare l'abbonamento: 18 euro per 10 numeri in un anno. Avendo poi fatto l'abbonamento on line c'era anche una promozione per cui con il primo numero arriverà - così ho letto - anche un kit di colori ed un albo da colorare. Il costo di ogni numero è di 2.50 euro ma non ho capito se li si può comprare in edicola... Non ho chiesto.

In questi giorni di pioggia, con il piccoletto in casa malato e la sua sorellina che torna da scuola alle 12.30 (ieri in casa anche lei perchè non si è sentita bene), di tempo da dedicare a riviste di questo tipo e ad attività di questo tipo ne abbiamo e devo dire che si sono rivelate un ottimo ausilio per impegnare del tempo in modo creativo ed istruttivo.

lunedì 21 novembre 2011

Incontri con l'autore. Luigi Lamonica: "Decidere"

Da quando è iniziata l'avventura di questo mio blog in cui parlo di libri, ho sempre parlato di letture fatte personalmente e di letture condivise con i miei bimbi. Non ho mai voluto limitarmi a proporre presentazioni di nuovi libri perchè non avrei potuto mettere nulla di mio e, non avendo letto il libro, non avrei potuto esprimere nessun giudizio.
Per via del mio lavoro di giornalista, però, ogni tanto mi capita di partecipare ad eventi culturali che prevedono anche incontri con autori che presentano i loro libri: da cronista di un quotidiano locale spesso - i quotidiani hanno esigenze di spazio che limitano molto il giornalista - non riesco a trasmettere del tutto ciò che l'incontro con gli autori trasmette a me. Per i quotidiani bisogna rispettare determinate lunghezze... e spesso per parlare di eventi di questo tipo lo spazio non è molto.
Così ho pensato di dare il via ad una rubrica - Incontri con l'autore - che non potrò tenere sistematicamente ma sarà mia cura aggiornare ogni volta che mi capiterà di conoscere autori. Uno spazio in cui non potrò recensire o consigliare la lettura in oggetto - quando partecipo alle presentazioni il libro non l'ho letto... e non è detto che lo faccia successivamente visto che non tutti mi interessano e mi attirano alla lettura - ma potrò raccontare della chiacchierata fatta con l'autore e, perchè no, le sensazioni e le emozioni che ciò mi ha trasmesso.

Dopo aver raccontato - in una recensione, visto che in quel caso il libro l'ho letto - dell'incontro con Giorgia Benusiglio, è la volta di un argomento del tutto differente e di un autore che appartiene ad un altro mondo, quello dello sport. Del basket, per essere precisi.

 
Luigi Lamonica, l'arbitro più titolato del basket italiano, nel suo libro Decidere (libro curato da Luca Maggitti) ha messo su carta ricordi, emozioni, immagini di una vita vissuta sui campi di basket. Non da giocatore ma da arbitro. Una figura che è chiamata continuamente a decidere sia quando poi fischia che quando non lo fa. 
Fischi e fiaschi olimpici, mondiali ed europei di un arbitro di basket è il sottotitolo del libro e ben spiega il suo contenuto. Ai testi si sommano delle immagini che evocano dei ricordi molto forti.
Nel corso dell'incontro di presentazione erano presenti, oltre al curatore del libro Luca Maggitti che ha introdotto la serata, la voce del basket Massimo Carboni e Gianmaria Vacirca nelle vesti di giornalista (ma si tratta di un volto noto del mondo del basket) che hanno animato la serata porgendo delle domande alle quali l'autore non è mancato di rispondere. 

L'idea di pubblicare un libro è nata dal successo ottenuto dalla pubblicazione dei diari tenuti da Lamonica su un blog che ha catturato l'attenzione di molti appassionati, soprattutto di giovani arbitri.
"Il blog era nato per raccontare le olimpiadi. Abbiamo trovato un grande riscontro soprattutto da parte di arbitri giovani. Non ho raccontato, nel blog prima e nel libro poi, niente di tecnico. Io ci capisco poco di tecnica giocata... di tecnica arbitrale un po' di più. Ho solo voluto trasmettere le mie emozioni giornaliere e condividere con gli altri". 

Le statistiche dicono che in una partita, un arbitro commette almeno venti errori....
"In una partita di media difficoltà siamo chiamati a prendere una decisione almeno 800/900 volte. Almeno sei o sette decisioni per ogni azione. Non tutte, ovviamente, sfociano in un fischio ma anche quando non si fischia, alla base di ciò c'è una decisione. In questo contesto, se facciamo solo venti errori allora andiamo bene... una buona media".
Ha inizato così, parlando delle tante decisioni che un arbitro di basket deve prendere nel corso di un incontro... Luigi Lamonica, nel presentare il suo libro, è partito da qui per poi fare un viaggio nei ricordi, quei ricordi che sono stati proposti come pagine di un diario e immagini di vita. Immagini di luoghi, persone, situazioni, che hanno molto da trasmettere.

Luigi Lamonica, quando commette errori in campo, se ne accorge?
"Sul momento no. Sono sempre convinto di aver fatto la cosa giusta. Poi però nel riguardare le azioni rivedo la situazione capisco di aver sbagliato... Quando commetto degli errori cerco sempre di dimenticare al più presto. Se togliamo all'arbitro il diritto di sbagliare allora lo sport diventa asettico, governato da una macchina".

Nel momento in cui prende una decisione e provoca una reazione, comprende la reazione o applica il regolamento? 
"Comprendo la reazione ma sono convinto che tutto debba avere un limite. Ed è evidente che poi applico il regolamento".

Fa un lavoro di scouting rispetto alle squadre che poi va ad arbitrare?
"Non sono un estimatore delle statistiche. Mi interessa conoscere in modo generale la squadra, il singolo un po' meno".

L'arbitro Lamonica è stato mai rincorso in campo?
"Rincorso no... però sono rimasto tre ore chiuso in uno spogliatoio a Pesaro, in occasione di una partita femminile". 
A volte un fischio può cambiare il destino di un giocatore, di una squadra...
"E' evidente che non tutti i fischi sono uguali. Bisogna avere la lucidità di prendere decisioni mantenendo un comportamento equilibrato dall'inizio alla fine della gara. Gli ultimi due minuti sono importantissimi e possono essere determinanti. Non ci si deve far schiacciare dal fatto che con un fischio si possano cambiare le sorti di squadre, giocatori o società. Dobbiamo usare lo stesso metro di valutazione dall'inizio alla fine".

Il libro ha anche una finalità benefica: l'autore ha deciso di devolvere i diritti di sua spettanza alla onlus L’Aquila per la Vita, operante nel campo dell’oncologia domiciliare: www.sctf.it.

Devo ammettere che, pur non seguendo il basket (mea culpa!) e non essendo un'appassionata di questo sport, mi sono lasciata incuriosire. Mi piacerebbe conoscere il punto di vista di un arbitro rispetto a quelle situazioni che i tifosi, gli appassionati, vivono da un'altra prospettiva. Magari in futuro lo leggerò... e allora potrò anche scrivere una recensione personale in merito. Per ora mi limito a segnalare questo libro ad appassionati che volessero vivere le emozioni che Lamonica ha voluto raccontare.


La presentazione del libro, a cui ho partecipato, è stata fatta presso il Casale_Cs di Simone Corradini a Sant'Elpidio a Mare (Fm), nelle Marche.

***
Decidere. Fischi e fiaschi olimpici, mondiali ed europei di un arbitro di basket
Luigi Lamonica
CARSA Edizioni
168 pagine, 326 foto a colori
22,00 euro
Le foto di viaggio sono dell'autore, le foto di gioco sono dell'Agenzia Ciamillo&Castoria.

venerdì 18 novembre 2011

Vuoi trasgredire? Non farti! (G. Benusiglio) - Venerdì del libro

Dopo aver parlato a lungo di libri per bambini, per questo Venerdì del libro vorrei cambiare totalmente registro. Segnalo "Vuoi trasgredire? Non farti!" un libro indirizzato ad adolescenti, scritto da una ragazza che per una leggerezza compiuta quando aveva 17 anni si è vista la morte in faccia... ed ha iniziato a vivere un lungo calvario per dei problemi fisici che tutt'ora segnano la sua vita.
Si tratta di Giorgia Benusiglio, una giovane nata a Milano nel 1982 che a diciassette anni ha deciso di fare un'esperienza che le ha segnato per sempre l'esistenza. Ha voluto provare ad assumere mezza pastiglia di ecstasy e ciò le ha provocato delle conseguenze fisiche che le hanno realmente cambiato la vita.
Una famiglia normale, la sua.
Una ragazza come tante altre.
Un amore tranquillo con un ragazzo perbene.
Una sera in discoteca come tante altre. O forse no. Perchè quella sera Giorgia decide di dividere una pasticca di ecstasy con dei suoi amici pensando che "...tanto non mi fa niente... cosa mi può succedere se ne assumo un po' giusto una volta, tanto per provare?". Non poteva certo immaginare che da tale scelta sarebbe derivata la necessità di subire un trapianto di rene ed una serie di sofferenze che l'hanno segnata e continuano a segnarla tutt'ora.
Giorgia è stata sul punto di morire ma ce l'ha fatta. Ha capito di aver sbagliato e dalla sua esperienza ha voluto trarre ciò che di positivo ha trovato: ha voluto raccontare quanto è successo a lei ai più giovani, principalmente agli studenti delle scuole medie, non tanto per fare loro la morale e per dire cosa devono o non devono fare, quanto per fare in modo che possano essere informati e pianamente consapevoli delle scelte che, alla luce di ciò che sanno, eventualmente potrebbero fare. 

Il mio intento è educativo - dice nel suo libro - Raccontare ciò che mi è accaduto. Dar loro le informazioni dalle quali possano arrivare a decidere se farlo o no. Perchè ognuno è libero di fare quello che vuole della sua vita.

Allora, se ho la possibilità di informare le persone, attraverso la mia esperienza, forze loro avranno ciò che non ho avuto io, cioè un'informazione corretta. Perciò mi batto per questo, perchè le persone possano decidere con la loro testa. Se vuoi provare ugualmente fallo, però non potrai più dire: non sapevo, cavolo, quanto sono stato stupido!

L'autrice, nel giorno della presentazione del suo libro
Non sapevo dell'esistenza di questo libro e l'ho conosciuto - ed ho conosciuto l'autrice - in occasione di un incontro che è stato organizzato in un comune limitrofo al mio, proposto da un'associazione di genitori, nell'ambito di un progetto di prevenzione portato avanti con le scuole medie del territorio. Sono intervenuta in virtù del mio lavoro di giornalista e devo dire di aver ascoltato con attenzione la testimonianza dell'autrice.
Giorgia - mi piace chiamarla per nome, sperando che non se ne dispiaccia, vista la sua giovane età - si è messa a nudo davanti ai tanti ragazzi che l'hanno ascoltata con attenzione. Ha raccontanto la sua esperienza, i problemi fisici ma anche il risvolto psicologico della sua vicenda. Ha parlato del suo rapporto con la vita, con i suoi genitori, con i suoi amici. Ha parlato di VITA. Quella vita il cui valore ha capito appieno solo dopo essere stata sul punto di perderla.

Il libro è una raccolta di pensieri. Un racconto di ciò che ha vissuto e provato dal momento in cui ha deciso di fare "la prova" fino a quando è riuscita a riconquistare una parvenza di normalità. Ed è un racconto colmo di sofferenza ma anche di forza e di speranza. 
E' un libro scritto con linguaggio molto semplice e diretto, proprio come se fosse un dialogo trascritto su carta direttamente da una testimonianza offerta di getto. 

Ma nel libro vengono anche proposti altri punti di vista ed è interessante mettere a confronto i pensieri di diverse persone che hanno vissuto, in modo diretto o indiretto, la sofferenza che ha colpito Giorgia. 
Vengono proposti i racconti di suo padre e sua madre ma anche di due medici che offronto riflessioni molto interessanti, di cui fare tesoro. 
In appendice, sotto la denominazione Ecstasy e... dintorni, viene offerta una panoramica delle sostanze stupefacenti più comuni, delle loro caratteristiche e delle conseguenze che possono derivare dalla loro assunzione.

Un libro che ogni adolescente dovrebbe leggere. 

Quella che ho io è una copia con dedica dell'autrice... Quando mi sono avvicinata a lei per chiederle di firmare la mia copia mi ha detto: "E' per sua figlia?"... Io ho risposto "... no... non per il momento". 
Ed ora, dopo aver sentito la presentazione ed aver letto il libro, sono un po' combattuta: vorrei regalarlo (Natale è alle porte) ad alcuni ragazzini, figli di amici, che sono nell'età critica... Come faccio ad essere certa, però, che apprezzerebbero il gesto? Non tanto loro, quanto i loro genitori? Non voglio certo dire che siano ragazzi a rischio, ci mancherebbe. Mi piacerebbe solo che fossero informati. Ma se poi la prendono male?
Sto sinceramente ragionando sul da farsi....
*** 
Vuoi trasgredire? Non farti!
Giorgia Benusiglio
San Paolo Edizioni
13.00 euro

mercoledì 16 novembre 2011

Come nascono i bambini... i fiori, le farfalle, i ranocchi, i pulcini

Di libri che parlano della nascita dei bambini ne abbiamo più d'uno. Uno degli ultimi che abbiamo preso in biblioteca - Come nascono i bambini... i fiori, le farfalle, i ranocchi e i pulcini - non è certo una novità editoriale visto che il prezzo stampato sull'ultima di copertina è di 9.500 lire e si  tratta di un'edizione del 1991. Ma, si sa, i bambini nascevano in quel modo, e continuano a nascere nello stesso modo sia venti anni fa (ma anche prima, ovviamente!) che oggi per cui si tratta di un libro sempre attuale. A differenza di altri libri che ho avuto modo di recensire in precedenza - come, ad esempio E io dove stavo? oppure Lo sai come nascono i bambini? - in questo caso vengono fornite delle informazioni molto brevi e poco approfondite. Per la mia bimba, che ha avuto modo di affrontare l'argomento con me più volte, e anche grazie ai libri che ho citato poco sopra (fatti davvero bene) le spiegazioni fornite in merito alla nascita di un bimbo sono davvero troppo succinte. Si dice che papà e mamma si sono voluti tanto bene, che da un loro caloroso abbraccio è arrivato un bambino che è poi cresciuto nella pancia ed è arrivato nella culletta. Niente di più. Sono testi in rima ed ho capito che la mia bimba si aspettava qualche cosa di più preciso.

In merito alla nascita di fiori, farfalle, ranocchi e pulcini viene seguito lo stesso meccanismo. Per ognuno - anche per la nascita del bambino - vengono riservate due pagine con i testi proposti in rima e credo che questo penalizzi un po' le spiegazioni che vengono date: somigliano più a delle storielle che a spiegazioni dei reali meccanismi della natura.

Se si cerca un libro che possa spiegare le tappe che la natura segue per portare alla vita (di uomini, animali o piante), allora credo che non sia questo il libro giusto... Troppo superficiale anche se, devo dire, per come nascono gli animali le immagini sono molto efficaci soprattutto quelle della farfalla e dei fiori.
Trovo che sia, invece, adatto per bambini piccoli, dai tre anni: ancora, magari, non fanno molte domande e si accontentano di una storia in rima...
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Come nascono i bambini... i fiori, le farfalle, i ranocchi, i pulcini
Dami Editore
9.500 lire

lunedì 14 novembre 2011

Il pinguino Nino compie gli anni (Francesco Altan)

Ed anche per il piccoletto di casa è arrivato il momento di "fare i compiti nel week end". Venerdì scorso, per la prima volta in questo anno scolastico, è tornato a casa con un libro preso in prestito dalla biblioteca della scuola: libro da leggere con mamma e papà per poi illustrare una sequenza a scelta e raccontare la storia dopo aver colorato dei simboli per indicare l'indice di gradimento (da uno a tre cuoricini - una faccina sorridente o una faccina triste). 

Si tratta di Il pinguino Nino compie gli anni.  Un personaggio che abbiamo avuto modo di conoscere lo scorso anno (dopo Natale avevano iniziato a prendere in prestito libri pur essendo bimbi del primo anno della scuola per l'infanzia) e che è tornato tra noi in occasione del suo quinto compleanno. Eh si, perchè nel libro che abbiamo letto in questo week end il pinguino compie cinque anni. La mamma le fa una buonissima torta ma anche un utilissimo regalo che, alla fine della giornata, il piccolo pinguino decide di condividere con la sua sorellina.

La lattura è molto semplice, pensata per bambini piccoli: le frasi sono brevi, i caratteri usati sono piuttosto grandi, in uno stampatello molto chiaro. Le immagini aiutano a meglio seguire la storia.
Fa parte della collana Prime Pagine - Emme Edizioni ed è molto chiaro il contributo di Francesco Altan - l'autore della Pimpa - che con le sue immagini estremamente semplici e simpatiche, ha dato forma al piccolo pinguino ed ai suoi amici.
Anche il mio piccolo artista si è prodigato ad illustrare Nino con la sua torta, con tanto di candeline e sulle prime gli aveva dato la forma di una persona, con tanto di gambe, piedi, braccia e mani. Poi si è reso conto di aver sbagliato ed ha apportato le correzioni che ha ritenuto necessarie.

Non abbiamo fatto fatica a leggere insieme il libro (venerdì sera l'aveva letto con papy e sabato l'ha letto con me e la sua sorellina) e a svolgere l'attività della scheda: il piccoletto è abituato alle letture di libri e a raccontare poi le storie a modo suo. E' anche abituato alle schede visto che ha seguito le attività fatte negli scorsi anni dalla sua sorellina e devo dire che si è molto impegnato per fare bene la sua parte. E' anche molto bravo a raccontare e mi sarebbe tanto piaciuto essere una mosca per volare in classe, stamattina, e sentire il suo racconto!

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Il pinguino Nino compie gli anni
Francesco Altan
Emme Edizioni - Prime Pagine
6.00 euro

venerdì 11 novembre 2011

Piccole donne (L. M. Alcott) - Venerdì del libro

23 maggio 1982: è la data che è stata scritta a penna sulla prima pagina del libro Piccole Donne di Louise M. Alcott nel giorno in cui mi è stato donato. Era il giorno della mia prima comunione ed ho conservato gelosamente questo dono che ho consumato durante la mia adolescenza, avendolo letto e riletto.
Nello sfogliarlo ora, a distanza di tanti anni, all'odore della carta impolverata (l'ho lasciato a casa di mia madre, assieme a tanti altri libri di parecchi anni fa), le emozioni di allora emergono con chiarezza. Il mio primo romanzo importante, la storia di quattro sorelle che mi ha fatto sognare, commuovere, preoccupare... E "Piccole Donne Crescono", che pure ho letto, non ha avuto lo stesso impatto emotivo sulla ragazzina che ero.

A distanza di tempo mi sono chiesta... chissà se le ragazzine di oggi apprezzano ancora letture così! Vorrei proporlo per questo Venerdì del libro di HomeMadeMamma anche se si tratta di una lettura classica e nota a tutti. Per me fu il primo romanzo importante, che mi ha fatto sognare. Lo ricordo chiaramente, così come ricordo quella copertina con un ritratto di quattro ragazzine tanto diverse l'una dall'altra per carattere ed aspirazioni ma tutte legate da quell'amore che solo in una famiglia unita si può avere.

* Meg, Margaret, la maggiore delle quattro, ha sedici anni. Ha dei lunghi capelli biondi, occhioni dolci, mani bianche ed eleganti di cui si sente un po' orgogliosa.

* Jo, Josephine, quindici anni, alta e bruna, dagli occhi vivacissimi e l'espressione risoluta, è scattante come un puledro. La sua bellezza sono i lunghi e morbide capelli scuri che di solito porta raccolti in una reticella affinché non le diano fastidio. Non ha ambizioni nel vestire e il suo modo di fare si addice più ad un monello che non ad una signorinella.

* Beth, Elizabeth, ha tredici anni. Il suo volto delicato e luminoso esprime un'infinita dolcezza, è sempre tranquilla. Suo padre l'ha soprannominata "Piccola Tranquillità" ed è un soprannome che le calza a pennello. Solo con le persone che le ispirano affetto Beth esce dal suo mondo di timidezza in cui vive come isolata.

* Amy, dodici anni, ha l'aspetto di una bambolina dagli occhi azzurri e il volto regolare. I capelli le cadono sulle spalle e il suo modo di fare è quello di una piccola, dignitosa, dama.

Io mi sono sempre sentita un po' Jo. Era il personaggio che più mi piaceva ed al quale mi sentivo più vicina. Quella voglia di rendersi utile ma quel limite dettato dal fatto di essere una ragazza... Quella sua tenacia nell'affrontare la vita. Le sue prime paure e i suoi primi sentimenti... Ancora oggi, se dovessi scegliere, direi che è lei, Jo, la ragazza a cui mi sento più vicina.

Accanto alle quattro ragazze viene narrata la presenza di altri personaggi, come la loro mamma o la loro zia, ma la storia gratvita tutta attorno alle loro vicende e alle loro personalità.

Il libro si apre con un Natale di guerra le quattro sorelle March sono tristi perché il padre non è con loro, come ogni anni, a festeggiare quell'attesissima ricorrenza. E' al fronte.

E' la Guerra di Secessione (la Guerra Civile Americana) che ha strappato il signor March alla sua famiglia. Un conflitto terribile che divise il Paese per quattro lunghi anni. E' facile immaginare le sensazioni provate dalle giovani figliole davanti ad una così terribile realtà, sapendo il padre al fronte, in pericolo, lontano da casa ma mai lontano dal loro cuore.

Ma non sarà solo la guerra a rendere difficili le cose per la famiglia March. Anche la malattia sopravviene, improvvisa. Beth ha la scarlattina.
Ciò che colpisce leggendo Piccole Donne, tra le altre cose, è anche l'atteggiamento fatalista della famiglia March nei confronti della malattia della piccola Beth. La ragazza si spegne poco a poco sotto gli occhi dei suoi cari che, pur preoccupati e addolorati, sembrano fare poco o nulla per curarla, tranne portarla al mare. In realtà, più che di fatalismo credo che si tratti di una condizione comune a quei tempi: l'impotenza davanti a problemi che, all'epoca, non avevano soluzione. Beth si ammala di scarlattina a tredici anni e muore dieci anno dopo, a ventitré anni. Da sempre, però, viene descritta come cagionevole di salute. La storia di Beth ricalca la storia personale dell'autrice: la sua terzogenita si ammalò di scarlattina a 21 anni e morì due anni dopo. Beth, nel romanzo, muore nel 1856 quando certe grandi scoperte della medicina erano ancora lontanissime.

La vicenda di Beth non è l'unica che arriva dalla vita reale dell'autrice che ha messo su carta diversi episodi che, se non del tutto autobiografici, prendono ispirazioni dalle sue vicende personali e familiari. Come la guerra, ad esempio. Mentre nel suo romanzo racconta che il padre delle ragazza andò al fronte, il padre dell'autrice non partecipò alla guerra ma fu lei stessa a prenderne parte, in qualche modo. Proprio come Jo, nel romanzo, lamenta spesso di non essere un maschio e di non poter fare nulla per la sua famiglia e per il suo Paese al pari dei maschi, anche Louise, a suo modo, esprimeva nella sua vita la stessa frustrazione. Per questo andò volontaria, come infermiera, in un ospedale militare a Woshington tentando di dare il suo contributo. Questa sua esperienza non durò molto perché, delicata com'era, si ammalò subito dopo ma fu un'esperienza molto profonda, tale da fornire all'autrice materiale per dei racconti (non solo per dettagli sulla guerra raccontati in questo romanzo) che parlarono proprio di scene di vita in un ospedale militare.
Senza scendere nei dettagli della trama, la storia che racconta in Piccole Donne è una forma romanzata della storia della sua famiglia, ovviamente rivista e corretta per dare corpo ad un romanzo. Romanzo che venne alla luce con una certa difficoltà visto che da manoscritto quale era, il romanzo venne sottoposto all'approvazione di una commissione di lettura. Thomas Niles, l'editore che già aveva pubblicato altri racconti della Alcott, da tempo aveva chiesto a Louisa di scrivere un romanzo per ragazze, che potesse appassionare un pubblico femminile di lettrici  ma lei aveva sempre esitato. Quando si mise all'opera (era il 1868) prendendo spunto dalle vicende della sua famiglia, mise su carta un romanzo che l'editore sulle prime non apprezzò molto. Decise, però, di sottoporlo ad una lettrice speciale, una sua nipotina. Se l'intenzione era quella di dare vita ad un romanzo che piacesse alle ragazze chi meglio di una ragazza avrebbe potuto esprimere un giudizio? Il risultato fu strabiliante: la ragazzina lo lesse tutto d'un fiato e lo restituì all'editore definendolo "...bellissimo". Per averne conferma l'editore lo passò in visione ad un'altra ragazza, poi ad un'altra ancora e il risultato fu sempre lo stesso. Promosso a pieni voti.

Da qui la pubblicazione di "Piccole Donne": fu un tale successo che il passo verso la seconda parte del libro "Piccole Donne Crescono" fu breve ed arrivò nel 1869.

Pur non essendo un romanzo moderno, anzi piuttosto datato, lo stile di scrittura non è per niente arcano. La lettura è gradevole e coinvolgente. Io così lo ricordo. Ricordo anche una certa aurea di tristezza che gravita attorno alla famiglia March che mi mise in apprensione per la sorte delle quattro ragazze. Credo che, da allora, centinaia di migliaia di ragazze abbiano letto questo libro: la mia edizione (Editrice Piccoli) non è certo modernissima ma il libro è ancora nuovo, solo un po' sgualcito sugli angoli della copertina di cartoncino. L'ho conservato con affetto e da un po'  è parte integrante della nostra libreria di famiglia. Con la speranza che prima o poi anche la mia bimba voglia lasciarsi emozionare da una storia così anche se so che le ragazzine di oggi tendono a leggere altro. Ma io non dispero!
Nel libro che è stato regalato a me - e che conservo in ottime condizioni, sono presenti anche "Piccole donne crescono" e "Piccoli uomini".
***
Piccole donne (Piccole donne crescono - Piccoli uomini)
L.M. Alcott
Editrice Piccoli

mercoledì 9 novembre 2011

Una visita al castello (A. Vohwinkel)

Quando la mia bimba, in biblioteca, ha scelto il libro "Una vistia al castello" da prendere in presto, la nostra amica bibliotecaria ci ha chiesto se si trattava di un libro destinato al piccoletto di casa... Mia figlia l'ha guardata e le ha detto: "No no, è per me!". Evidentemente un libro che parla di castelli e cavalieri viene visto più come argomento d'interesse per piccoli lettori piuttosto che piccole lettrici ma il fascino dei castelli ammalia anche la mia bimba e, lo ammetto, anche me!
Una visita al castello è un libro edito da Emme Edizioni - è un'edizione del 2007 - cartonato, con pagine piuttosto grandi e realizzate graficamente in modo tale da simulare l'aspetto di un castello vero: non è un libro tridimensionale ma le pagine sono di diversa altezza in modo da simulare le merlature, le torri, il fossato, il ponte levatoio... e poi all'interno si possono aprire porticine, tende e finestrelle che svelano tanti particolari.
Non viene narrata una storia ma viene descritta la vita nel castello, con i suoi banchetti, i suoi tornei ed i tanti oggetti che compaiono nei diversi ambienti.
Alla fine del libro viene anche proposta una sorta di glossario per immagini in cui vengono elencati i personaggi e gli oggetti principali - con tanto di relativa illustrazione - che si possono trovare nel castello.

Il libro si presta anche come canovaccio per inventare tante storie, sempre nuove e affascinanti: basta mettere in campo un po' di fantasia e di buona volontà. 
Mia figlia mi ha fatto notare un dettaglio: da nessuna parte si fa riferimento alla presenza di una principessa o di una regina... Abbiamo così imparato che, in quell'epoca, non erano solo le principesse e le famiglie reali a vivere nei castelli ma anche famiglie comunque ricche che però non avessero un lignaggio tale da essere considerate reali.
E noi che abbiamo fatto? La principessa ce la siamo inventata inserendola tra i personaggi per dare vita a storie dalle mille ed una notte.
*** 
Una visita al castello
Astrid Vohwinkel
Emme Edizioni
12.90 euro

lunedì 7 novembre 2011

L'ombra del vento (Carlos Ruiz Zafon)

Lettura terminata. Peccato...  "L'ombra del vento" è il terzo libro di Zafon che ho avuto occasione di leggere ed è senza ombra di dubbio il migliore. Mi spiace davvero che sia finito!
E' un altro libro che parla di libri. Libri "maledetti", libri che vivono nella vita di chi li legge....

Lo stile di Zafon è molto coinvolgente, la storia si snoda una pagina dopo l'altra e svela risvolti inaspettati con una maestria che rende l'autore fluido anche nei passaggi più intricati e apparentemente meno chiari.

Ho letto questo libro dopo aver letto "Il gioco dell'angelo" e devo dire che, mentre in quel caso mi sono sentita un po' smarrita, ho perso probabilmente qualche cosa per strada e la narrazione mi è sembrata un po' troppo confusa, con "L'ombra del vento" mi sono trovata a che fare con una storia misteriosa - il mistero, il buio, la suspense mi par di capire che siano delle costanti nei romanzi di Zafon - che somma una buona dose di tensione, amore e sentimento mettendo in gioco personaggi che hanno ognuno un ruolo fondamentale nella narrazione. Nessun personaggio passa in secondo piano, questa è stata la sensazione che ho avuto leggendo il romanzo. Anche colui o colei che può apparentemente sembrare un personaggio di poco conto, ben presto dimostra di rivestire un ruolo importante in un determinato frangente.
Zafon propone una storia nella storia. Alterna a racconti in prima persona situazioni che vengono presentate come ricordi di tempi passati. Fa palpitare i cuori dei suoi personaggi - che si tratti di odio, di amore, di rimorso, di rimpianto si tratta sempre di personaggi che vivono intensamente le situazioni che li riguardano - e ciò si trasmette al lettore che riesce ad entrare nella storia ancor più di quanto vorrebbe. Almeno per me è stato così.

Prima di proseguire è d'obbligo una precisazione. Dei tre libri di Zafon che ho letto l'ordine è stato il seguente:
* Marina
* Il gioco dell'Angelo
* L'ombra del vento.


"L'ombra del vento", però, è stato scritto prima de "Il gioco dell'Angelo" e - perdendomi nei meandri della lettura di quest'ultimo - ero stata indotta a pensare che avrei dovuto invertire l'ordine di lettura per avere maggiore chiarezza. Ho trovato diverse similitudini tra i due romanzi: avevo anche creduto che fossero due racconti consequenziali l'uno all'altro ma solo durante la lettura mi sono resa conto che non può essere così. Alcune situazioni sono le stesse - penso al Cimitero dei Libri Dimenticati - così come comuni sono alcuni personaggi (penso al libraio Sampere e a suo figlio Daniel) ma hanno un ruolo che non si addice a quello ricoperto ne "Il gioco dell'Angelo". Questi due personaggi sono presenti sia nell'uno che nell'altro romanzo, sono sempre loro nel senso che sono il libraio Sampere e suo figlio ma la loro vita ha risvolti diversi da un romanzo all'altro. Penso anche ad Isaac, il custode del Cimitero dei Libri Dimenticati...
Tutto questo per dire che non è indispensabile dare un ordine preciso alla lettura dei due romanzi visto che sono comunque racconti a se stanti. Questa, almeno, è la sensazione che ho avuto io... correggetemi se sbaglio!

La trama... Bhè, non la svelerei nemmeno sotto tortura perché non ho nessuna intenzione di togliere il gusto di leggere il libro a chi non l'avesse ancora fatto. Mi limito a qualche accenno sui protagonisti e ciò aiuta anche a capire - seppur in parte - il racconto.

* Daniel è un ragazzino orfano di madre, vive con suo padre nella Barcellona degli anni '40. Un bambino come tanti altri che, però, ad un certo punto della sua vita, fa un'esperienza che lo segnerà per sempre: nella mattina del suo undicesimo compleanno suo padre lo porta in un luogo misterioso. Si tratta del Cimitero dei Libri Dimenticati. Un luogo misterioso e suggestivo in cui trovano dimora centinaia di libri per lo più dimenticati. Come vuole la tradizione, suo padre lo invita a sceglierne uno a ad "adottarlo" prendendosene cura per sempre. Sceglie "L'ombra del vento", scritto da un autore a lui sconosciuto: Juliàn Carax. Comincia qui l'avventura di Daniel: entusiasta per aver letto quel libro, si mette alla ricerca di altri libri di quell'autore ma scopre che c'è un sinistro figuro che ha bruciato tutti i libri di Carax ed è alla ricerca di quelli ancora in circolazione, per bruciarli.

* Lain Coubert: è questo il nome che usa quell'uomo misterioso ed è lo stesso nome che Carax ha usato nel suo romanzo per impersonare il diavolo. 

* Juliàn Carax: è il misterioso autore del romanzo che trova Daniel ed attorno al quale si alimentano le sue curiosità.

Questo è solo l'inizio. La vita di Carax e quella di Daniel si intrecceranno in trame sempre più fitte, con colpi di scena inaspettati, con l'arrivo di un numero nutrito di personaggi che daranno un fondamentale contributo alla storia.

E' un romanzo che, personalmente, mi ha molto coinvolta. Le descrizioni di Zafon sono sempre molto efficaci, tratti di colore che permettono di dipingere le situazioni così come le si potrebbe vedere in un quadro. L'ambientazione di fondo è quella di una Barcellona misteriosa, il racconto corre in più punti sul filo di lana e la capacità dell'autore di intrecciare storie senza indurre il lettore a perdere il segno rendono giustizia ad un romanzo che - non credo di sbagliare - posso considerare il migliore di Zafon.

L'immagine di copertina ben rappresenta l'avvio della storia: un uomo con un ragazzino camminano mano nella mano lungo un viale nebbioso. Mi piace pensare che si tratti di Sampere e di suo figlio Daniel che si incamminano verso il Cimitero dei Libri Perduti e verso l'avvio di una storia inimmaginabile.

Il libro è stato pubblicato per la prima volta nel 2011 in Spagna e, malgrado un'iniziale lentezza nella sua diffusione, è diventato ben presto un caso editoriale grazie ad un maestoso passaparola che ne ha fatto un grande successo. L'edizione che ho letto io - presa in biblioteca - è del 2006 ed è la prima Oscar Mondadori. Leggo, però, che le edizioni fino ad ora stampate sono ben 36! Un vero record.
E' un libro "vissuto", quello che ho avuto io tra le mani, nel senso che si capisce bene che è stato letto da molte persone: ennesimo segno del successo avuto dal romanzo tra il pubblico.
***
L'ombra del vento
Carlos Ruiz Zafon
Oscar Mondadori
12.00 euro

giovedì 3 novembre 2011

Mamma, che paura! (Lucia Salemi) - Venerdì del libro


Mamma, che paura! è' uno degli ultimi libri arrivati a casa nostra (non l'ultimo in assoluto visto che oggi pomeriggio abbiamo fatto tappa in libreria) e non posso fare a meno di segnalarlo per questo Venerdì del libro di HomeMadeMamma.
E non solo perchè Lucia Salemi, l'autrice, ce lo ha fatto arrivare al nostro domicilio dopo aver letto un mio precedente post sulle paure della mia bimba al momento di andare a nanna (e la ringrazio di cuore per la sorpresa) quanto perchè è piaciuto moltissimo a tutti e due i miei bimbi.
E' piaciuto così tanto che più volte durante il giorno, dopo averlo letto assieme a loro, li ho trovati - in momenti diversi - con il libro in mano intenta l'una a leggerlo al suo bambolotto ultimo nato (...il più piccolo e il più pauroso) e l'altro piazzato davanti alla libreria che se lo leggeva ad alta voce.


I miei bambini non sanno ancora leggere e questo vuol dire che, memorizzate in fretta le frasi, l'hanno riproposto a modo loro e, devo dire, in modo molto efficace. Segno che il messaggio è passato. 

Messaggio? Ma quale messaggio sarà mai? Che le apparenze spesso ingannano e che, davanti a qualche cosa che alimenta paure, basta guardare bene per rendersi conto che di pauroso non c'è un bel niente!
Si tratta di un libro di piccolo formato, maneggevole, in cartone pesante e adatto a bambini dai 18 mesi in su. Le frasi usate sono concise e di immediata comprensione, accompagnate da illustrazioni che hanno per protagonisti simpatici animaletti alle prese con qualche cosa di pauroso... ma solo all'apparenza. 
La struttura del libro è particolare visto che la pagina di destra si apre tanto da mostrare cosa è nascosto sotto le immagini che, in un primo momento, incuriosiscono i bambini visto che l'immagine mostrata non è del tutto comprensibile o, per lo meno, può lasciare margine per diverse interpretazioni, comprese quelle più "paurose".
La cosa più importante è che, comunque, non si tratta di immagini che mettono paura. Anche in questo libro si parla di un lupo (animale che, suo malgrado, è usato nelle favole come il cattivo per eccellenza) la mia bimba - che di solito con le immagini "dei cattivi" non va molto d'accordo, non ha preso paura ma si è lasciata guidare dalla curiosità di andare a vedere cosa ci fosse sotto!

Si tratta di un libro della collana Proprio come me! che si completa con Mi piace la mia pappa!, Uffa non mi va!, E poi mi addormento!
 

L'ho posizionato nella sezione in basso della libreria dei miei bimbi. Memore di quanto accaduto di recente, con il piccoletto che si è arrampicato per cercare un libro che gli piaceva, mi sono subito resa conto che sarebbe stato uno dei libri che i miei bimbi avrebbero voluto avere tra le mani anche senza la presenza della mamma... E ci ho visto giusto perchè il piccoletto si è attrezzato da solo e stavolta la sedia del tavolinetto dei loro giochi che ha piazzato davanti alla libreria non l'ha usata per salirci sopra ed arrivare in alto ma per accomodarsi in lettura!

Devo ammettere che rispetto ad un libro di cui ho parlato di recente, sul tema della paura, questo nuovo arrivato è stato decisamente più efficace. Il fatto che i miei bimbi l'abbiano voluto rileggere da soli ne è stata la prova. E la prova l'ho avuta anche in giornata quando, andando in bagno verso sera, la mia bimba ha subito tentato di dire di aver visto delle ombre in bagno... Quando le ho detto "...guarda meglio, vedrai che non è niente", non si è lasciata intimorire ed ha varcato la soglia senza problemi. Un piccolo passo, è vero, ma sono certa che - un passo dopo l'altro - non le sentirò più dire che nel buio ci sono i mostri...
***
Mamma, che paura!
Lucia Salemi
La Coccinella
3.90 euro
dai 3 anni

Ps. chiedo perdono ma... mi sono accorta solo ora che ho scritto un post che avrei dovuto scrivere domani... insomma, ho sbagliato e me ne scuso. Inizio a preoccuparmi per il mio equilibrio mentale (eh! eh!)... Fate conto che sia il post del venerdì!