mercoledì 16 ottobre 2013

Il tiranno di Roma (Andrea Frediani)

Viene definito in copertina "un grande romanzo storico". Sul fatto che sia un romanzo storico non ci sono dubbi. Sul fatto che sia "grande" qualche dubbio ce l'ho anche se, lo ammetto, non è un genere che conosco bene per cui il mio metro di misura potrebbe essere calibrato male.
Il romanzo conta 124 pagine e secondo me lascia una porta aperta per un seguito. L'ho comprato solo perchè costava 0.99 euro: essendo un genere che non amo, se non fosse stato per quel prezzo stracciato non mi sarei mai avventurata in una lettura così.

L'autore narra la storia - la breve storia nel senso che tutto si consuma nell'arco di pochissimo tempo - di uno schiavo di nome Crisso che tenta di conquistare la sua libertà arruolandosi nel corpo della guardia privata del nemico storico di Silla, Gaio Mario. 
Quest'ultimo è anziano ma ancora il piglio del capo. 
Crisso si viene a trovare nel bel mezzo di scorribande ed attacchi, si trova a compiere delle carneficine in nome di colui che è diventato il suo capo. Vengono descritte scene di quella violenza che, all'opaca di Silla e Ottavio, erano all'ordine del giorno con bambini uccisi senza pietà, teste staccate, donne vittime di stupri di gruppo da parte di soldati che, pur avento vinto sui nemici, vengono incitati a saccheggiare la città e a fare man basse di tutto ciò che vogliono, donne comprese.
Quella che si delinea davanti agli occhi di Crisso è una realtà che non gli appartiene ma della quale accetta di diventare parte in nome di quella agognata libertà che non può conquistare in altro modo.
Il suo destino si incrocerà con quello di Giunilla, una schiava che avrà una sorte molto particolare.
Non aggiungo dettagli per evitare di rovinare la sorpesa ad amanti del genere.

Io, onestamente, non amando romanzi ambientati nell'antica Roma, non ho apprezzato più di tanto. La scrittura è asciutta e scorrevole ma le descrizioni, vista l'ambientazione ed il tipo di storia, sono quello che sono. 
E' un libro che non mi ha lasciato nulla se non tanta rabbia al pensiero che le violenze descritte siano realmente state perpetrate in passato. Un passato lontano che, però, a pelle mi infastidisce un bel po'.

A me non è piaciuto molto, non mi ha appassionata e mi è sembrato che si volesse consumare troppo in fretta, bruciando le tappe. Mi sarebbe piaciuto leggere un maggiore approfondimento sulla personalità dei protagonisti cosa che, probabilmente, è stata sacrificata vista la necessità di dare vita ad un romanzo che si adattasse alla formula "0.99 euro".

Con questa lettura partecipo alla gara Io leggo italiano.

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