lunedì 21 aprile 2014

Ero cattivo (A. Ferrara)

Avevo notato il libro Ero cattivo in occasione delle ultime uscite in biblioteca senza prestargli troppa attenzione soprattutto perchè era in bella mostra tra i libri suggeriti per ragazzi.
Dopo che gli occhi mi sono caduti per più volte sulla copertina (il viso di un adolescente) e sul titolo, alla fine mi sono decisa e l'ho chiesto in prestito seppur nella consapevolezza di avere tra la mani una lettura adatta a lettori di età ben inferiore alla mia. 

Ero cattivo ha vinto il Premio Andersen nel 2012 quale miglior libro oltre i 15 anni: eh si, sono decisamente fuori quota per una lettura del genere... 
Visto, però, che altre volte letture destinate a ragazzi mi sono piaciute e che questo libro con questa copertina sembrava mi stesse chiamando, non ci ho pensato su due volte ed ho iniziato la lettura la sera stessa del giorno in cui l'ho preso in prestito.

"Ero cattivo. Lo sapevano tutti, a scuola si parlava solo di me. Anche nel mio quartiere. Non stavo mai fermo, combinavo sempre qualcosa. Avrei tanto voluto essere un bravo ragazzo di terza media, ma avevo paura a comportarmi da bravo ragazzo perchè temevo che i miei amici mi dessero del bravo ragazzo". Già dalla prime righe si afferra il nocciolo della questione. Come li chiamiamo, oggi, ragazzini così? Bulli? Bullo o non bullo, Angelo è - per tutti - un ragazzino cattivo. Punto e basta.

La storia viene narrata in prima persona dal protagonista, l'adolescente "cattivo" che, guarda un po', ha un nome diametralmente opposto a questa sua caratteristica visto che si chiama Angelo.
Angelo è sempre pronto a dare fastidio, a fare scherzi, a distogliere l'attenzione da tutto ciò che non ritiene essere importante, periodicamente convocato dal preside... fino a che non succede qualche cosa che lo rende "più cattivo", se non altro agli occhi degli altri. Il risvolto tragico di quello che voleva essere un semplice scherzo lo porterà ad essere espulso dal collegio in cui i genitori lo avevano confinato per finire all'interno di una comunità al cospetto di un prete. 
Ma è davvero un "cattivo"? Un ragazzo che non ha una coscienza, che ha voglia di essere così come è senza se e senza ma? Che non si dispiace delle conseguenze delle sue azioni? Non proprio. E' cattivo perchè così è sempre stato considerato in ogni ambiente: in famiglia come a scuole così come nella società in cui è cresciuto. La sua famiglia lo abbandona a se stesso ma ne trova un'altra, di famiglia, in comunità, da padre Costantino.

Non sono molti i ragazzini accolti dal prete ed ognuno ha una storia diversa e difficile. Ognuno ha commesso degli errori ma non per questo viene giudicato, non per questo viene trattato come un irrecuperabile. Anzi, quel prete che viene definito un po' matto per il suo modo di fare e le sue abitudini, infonde fiducia nei suoi ragazzi e li aiuta a capire le proprie potenzialità. 
Come al solito non voglio svelare la trama ma fare qualche considerazione. La lettura è scorrevole, adatta ad un giovane lettore. I capitoli sono corti, i dialoghi molto diretti e non eccessivamente articolati. Da lettrice adulta avrei preferito che venissero approfondite diverse situazioni ma rendendomi conto che si tratta di un libro per ragazzi credo che vada bene così. 
Il finale mi è sembrato voler lasciare un po' in sospeso la situazione. Mi avrebbe fatto piacere sapere qualche cosa del futuro di Angelo, come gli insegnamenti di padre Costantino (e se) avessero prodotto davvero frutto... E' come se il libro narrasse un periodo della vita del ragazzo lasciando poi in sospeso il resto ed io (sarò forse troppo curiosa?) uno sguardo più attento al futuro di Angelo l'avrei buttato anche se si lascia intravedere un lieto fine.

A parte questa mia aspettativa, trovo che sia una lettura capace di infondere fiducia e di far riflettere sulla condizioni di tanti adolescenti che vengono etichettati (o si credono) cattivi e ai quali la vita può riservare, invece, una sorte ben diversa. Non sempre le cose sono semplici e la storia di Mara, una delle ospiti della comunità, ne è la prova. Spesso la realtà è molto dura ma, come ben dice padre Costantino, nessuno nasce cattivo... 

Il linguaggio usato dall'autore è quello di un adolscente, diretto e senza troppi filtri. Un linguaggio capace di arrivare al dunque, sempre e comunque. In modo piuttosto efficace, lo ammetto.

Questa lettura mi ha fatto riflettere ed ha fatto scorrere davanti a me parecchie immagini di adolescenti abitualmente bollati come irrecuperabili ma che, a ben guardare, hanno avuto una vita difficile e, probabilmente, non hanno incontrato nessun padre Costantino sulla loro strada. Mi ha anche fatto riflettere su quello che potrà essere il futuro dei miei figli, quali saranno le loro compagnie, le prove che la vita metterà loro davanti. Ammetto di essermi anche fatta parecchie domande circa il mio modo di essere madre, di essere genitori, circa il rapporto che si è instaurato con i miei figli e su come fare per essere sempre migliori, accanto ai nostri figli. 

Una lettura per adolescenti che (almeno nel mio caso) ha posto qualche interrogativo ad una lettrice che adolescente non lo è più da un po' ma che è madre di due bimbi che, tra qualche anno, entreranno nell'età dell'adolescenza... Una lettura che può rivelarsi utile non solo a giovani lettori ma anche a chi, come genitori o educatori, con i giovani ha a che fare (o ce l'avrà tra qualche anno).

Dopo aver assistito alla presentazione del libro di Cattarina che, comunque, parla di giovani con problemi legati, in quel caso, alla droga, mi sono trovata tra le mani un altro libro che parla di adolescenti e che a quella presentazione mi ha fatto tornare in più passaggi.
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Ero cattivo
Antonio Ferrara
San Paolo ediz.
15.00 euro

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