domenica 19 ottobre 2014

Le geometrie dell'animo omicida (Monica Bartolini) - Incontri con l'autore

La serata di apertura della settima edizione del Festival Giallomare, evento letterario dedicato al noir che prevede, tra i vari appuntamenti, anche una serie di incontri con l'autore. Io ho avuto modo di incontrare Monica Bartolini, #larossachescrivegialli. 
Rossa - perché è rossa di capelli.
Scrive gialli - perché è una scrittrice che si dedica a questo genere letterario.

L'ho incontrata senza sapere niente di lei visto che non la conoscevo come autrice ne' come esperta di astrologia, quale ha dimostrato di essere. La chiacchierata che ha fatto con i presenti all'incontro è stata davvero piacevole: lei simpatica, estroversa, una ventata di allegria; il suo libro ricco di personaggi, con una trama a quanto pare ben architettata, con il morto (non può mancare) e con l'astrologia che va a braccetto con le indagini. Come, perché? Tutto da scoprire.

Prima di passare al suo libro, l'autrice ha parlato del suo percorso. Nasce giallista, partecipata a molti premi letterari (e ne vince pure diversi) e per lei, così dice, questo percorso è stata una grande palestra "...visto che ogni premio richiede racconti di diverso tipo, di diverse lunghezze, con diverse caratteristiche". 

Una donna tenace, Monica, che con il suo modo di rapportarsi con il pubblico ha divertito ed affascinato i presenti. Nel suo libro Le geometrie dell'animo omicida fa interagire tra loro tanti personaggi e gioca la carta dell'astrologia. 
"Scrivo di ciò che conosco, per cui non chiamo in causa l'astrologia a caso". 
Sa il fatto suo, Monica.

L'astrologia è stata utilizzata come metodo di approfondimento psicologico dei personaggi e quelle che sono inserite tra le pagine sono mappe di due protagonisti proposte in modo coerente con la trama per cui non si tratta di un uso casuale dell'astrologia.

La trama del libro?
Un turno di radiomobile come tanti si trasforma presto nell’inizio di un vero rompicapo.
In Contrada Madonnuzza è stato trovato il corpo senza vita di una giovane donna, bendata, mani e piedi legati.
Sul luogo del ritrovamento giungono il capitano Spada e il maresciallo Piscopo, ma non solo…
Per cercare l’assassino e il movente di questo omicidio, infatti, si aprono tre piste divergenti, ciascuna battuta da personaggi interessanti che hanno tutti un buon motivo per consegnare alla giustizia il colpevole.
La competenza e la professionalità degli uomini dell’Arma si incontrano, e scontrano, così, con un reporter d’assalto alla ricerca del ghiotto scoop da mandare in TV in una sensazionale prima serata, e con un’insolita appassionata di mappe astrali.
Le tre piste di indagine si intrecciano in un giallo originale, in cui alla soluzione del caso non si arriva grazie a potenti mezzi tecnologici e a commissari-super eroi belli e dannati, ma a professionisti dallo spiccato intuito, dalle grandi qualità personali e da una buona conoscenza dell’animo umano.

Ma che tipo di libro è Le geometrie dell'animo omicida?
"Non è un libro che mette tristezza, questo è certo. Ci sono tanti personaggi ognuno tratteggiato con la sua personalità in modo chiaro. Si tratta, com'è chiaro, di un giallo e bisogna arrivare al colpevole". 
E lei, che tipo di scrittrice è?
La fase creativa è quella che si vive nel momento in cui nasce l'idea. Fino a che nella mia mente il percorso non è completo non posso dire di aver chiuso la trama...  fino a che tutte le rotelle non sono al loro posto non parto con la scrittura. Fino che tutti i tasselli non sono al posto giusto non si scrive. Quelli che propongo sono libri che richiedono grande concentrazione per cui scrivo per lo più di sera, quando ho attorno a me maggiore tranquillità. In genere sono a casa mia, nella mia Bracciano e trovo l'ispirazione guardando il lago... E' facile per un avvocato scrivere un libro in cui protagonista è un avvocato, per un anatomopatologo scrivere di un anatomopatologo... io faccio la mamma e per me è un po' più difficile ma studio molto...". 
Qualche curiosità su questo libro?
Arrivata quasi alla fine mi sono chiusa due giorni nell'Abbazia di Orvieto ed ho scritto la fine. Poi ho avuto un'illuminazione ma ho dovuto vedere se era coerente con la mappa... ebbene... lo era. Per fortuna lo era. Trama e mappa devono essere coerenti l'una con l'altra e così è stato". 

Dopo aver parlato di alcuni personaggi - il maresciallo Piscopo è un napoletano "...perché noi romani siamo più caustici, più taglienti mentre i napoletani sono più morbidi" - l'autrice ha fornito ai presenti alcune anticipazioni su quello che sarà il suo prossimo lavoro che, con ogni probabilità, si intitolerà ARH+ ed ha lasciato intendere che si tratterà dell'epilogo di una trilogia. Non sapevo nemmeno che fosse al suo secondo libro ma poi, documentandomi, ho capito che già nel suo primo libro Interno 8 c'è il maresciallo Piscopo... ed ecco perché pensa ad una trilogia. Questo mi fa pensare che se volessi leggere qualcosa di questa autrice sarebbe meglio iniziare dal principio... visto che l'averla incontrata mi ha davvero incuriosita, credo proprio che lo farò!

Nel chiudere l'incontro l'autrice ha lasciato i presenti con una chicca: li ha condotti per mano nella lettura della mappa natale di Agatha Christie comprensiva dei transiti del giorno della scomparsa, il 3 dicembre del 1926. Molto interessante sentire il racconto della Bartolini sulle vicissitudini che hanno preceduto la scomparsa della Christie ed anche tutto ciò che è successo dopo. 
Il 1926 fu un anno veramente significativo nella vita di Agatha. La sua carriera di scrittrice ebbe un'accelerazione con la pubblicazione del giallo The murder of Roger Achroyd e, a soli sei anni dal suo primo romanzo Poirot a Style Court, Agatha era vicina alla consacrazione come migliore giallista inglese. La sua vita personale, però, subì un tracollo, a causa della morte della madre - alla quale era legatissima - e alle continue infedeltà del marito Archibald, invaghitosi di una donna con la quale condivideva la passione per il golf. La situazione precipitò in un venerdì di dicembre, quando il marito le annunciò che sarebbe andato a passare in week end a casa di amici comuni e che non sarebbe tornato, né quella domenica pomeriggio né mai più: voleva divorziare per poter sposare Theresa Neele. Agatha tentò di trattenerlo ma Archie fu irremovibile. Prese le sue cose e nel primo pomeriggio se ne andò. Stando alle biografie autorizzate della grande scrittrice, Agatha verso le 21 della sera stessa avvisò la segretaria che sarebbe partita per un breve viaggio con la sua automobile e sparì nella notte. Il giorno successivo venne rinvenuta in aperta campagna e la sua occupante sembrava scomparsa nel nulla. Le ricerche furono imponenti ma la Polizia non giunse ad alcuna conclusione per dieci lunghi giorni, fino a che un inserviente di un albergo di Harrogate riconobbe Agatha, che era registrata come Mrs Neel di Città del Capo. Quando giunse a prenderla per riportarla a casa, Archibald Christie dichiarò ai giornalisti che la moglie aveva subito una terribile amnesia. Per il resto della sua vita Agatha Christie non accennerà mai a quell'episodio, né tantomeno lo menzionerà nella sua scrupolosa autobiografia. Anche la figlia Rosalind dichiarerà di non averle mai sentito pronunciare una parola in merito. Ma la traccia di ciò che accadde è rimasta scolpita nelle Stelle.
Cosa dice la mappa? Bhè... chi era all'incontro con la scrittrice lo sa!| Non chiedetemi di riferire perché un mio resoconto in merito sarebbe troppo approssimativo visto che non sono una grande conoscitrice dell'astrologia. A dire il vero non sapevo nemmeno cosa fosse una mappa astrale!

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