martedì 3 febbraio 2015

La casa nell'ombra (K. Faldbakken)


Non mi era mai capitato di leggere un autore norvegese. Con “La casa nell’ombra” è stata la mia prima volta con un autore che porta un nome per me del tutto nuovo: Knut Faldbakken.
Avevo il libro a casa da un po’, dimenticato su una mensola tra altri libri acquistati sulla scia dell’entusiasmo ma lì dimenticati. Ha attirato la mia attenzione mentre ero alla ricerca di qualche cosa da leggere sul genere thriller… che a dirla tutta non leggevo da un po’. 
Ed eccolo qui, pronto a proporsi in modo quasi sfacciato.

Sulle prime ho pensato che la mole del libro fosse un po’ inadeguata per l’edizione Giunti tascabili…
Ci vogliono delle tasche piuttosto grandi per portare in giro un libro così!”… l’ho pensato subito, lo ammetto… perché di pagine de leggere ne erano 505.

Eppure, nonostante avessi subito pensato che sarebbe stato un tantino pesante da portare in borsa (abitudine che purtroppo non riesco a debellare!!!) l’ho scelto tra tutti gli altri attirata non so da cosa in particolare. Forse la copertina? Il titolo? Mha... non so di preciso. Eppure era tra altri tre o quattro libri tutti a loro modo allettanti!

Devo dire che fin dall’inizio ad incuriosirmi - riga dopo riga - è stata la scelta dei personaggi e l’ambientazione della storia: un centro per anziani e persone di una certa età sono i protagonisti (diretti o indiretti) e devo dire che questa cosa mi ha piacevolmente sorpreso perché non è così usuale trovarsi davanti ad una scelta narrativa di questo tipo.

C’è un delitto – anzi più d’uno – e tra gli elementi che si intrecciano durante le indagini del commissario Jonfin Valmann e della sua assistente Anita, spicca un altro aspetto che ha reso ancora più particolare la narrazione: le pulsioni sessuali dei protagonisti. Niente di strano si si parla delle sfumature di grigio o di storie di giovanotti rampanti ma senza dubbio aspetto particolare quando si ha a che fare con persone avanti con l’età.

L’autore alterna la storia collegata alle indagini con quella dei personaggi specifici: primo tra tutti quella di Jonfinn Valmann, commissario ironico e malinconico che con testardaggine segue tutte le piste che gli si aprono davanti agli occhi. Un commissario consapevole di non essere più nel fiore dell’età ma che, non per questo, non ascolta il suo cuore. Si sente attratto dalla sua assistente e cercherà di attirare la sua attenzione. Ci riuscirà.
Quanto ai personaggi coinvolti nella storia che ruota attorno ai delitti, emergono delle personalità molto particolari ed in questo trovo che l’autore sia stato bravo. Soprattutto con il personaggio di Elise – una delle due donne che si dichiarano fidanzate della prima vittima – ha fatto un egregio lavoro tanto da renderla quasi reale nei suo comportamenti sul filo della pazzia, dello squilibrio mentale! A tutto c’è un perché, anche a comportamenti di questo tipo ed andando avanti nella lettura lo si capisce bene.
In alcuni punti ho trovato la narrazione un po’ ripetitiva soprattutto nel frangente in cui le indagini non andavano avanti. Continui interrogativi che si rincorrevano e divagazioni che, secondo me, potevano essere evitate… ma non per questo mi sento di bocciare il libro. Anzi. Ammetto di averlo portato in giro con me per leggere una paginetta anche nei momenti più impensabili come quando eravamo fermi al semaforo in macchina (ma guidava mio marito…) o nell’attesa di un’amica che portava qualche minuto di ritardo.

Il puzzle si ricompone nelle ultime pagine con alcuni sconvolgimenti di fronte. Le vicende dei protagonisti si intrecciano con l’arte, con vecchi dolorosi ricordi di tempi passati ma mai dimenticati e fissati sui libri di storia…

Cercando nella rete ho anche scoperto che Valmann sarà protagonista di altri due libri di questo stesso autore e quasi quasi avrei in mente di procurarmeli (pur avendo rinnovato la promessa di non comprare più libri fino a che non avrò smaltito quelli in lista d’attesa). E leggendo la presentazione di uno di questi ho anche scoperto come andrà a finire tra Valmann ed Anita… un aspetto, questo, che ne “La casa nell’ombra” resta sospeso.

2 commenti:

  1. Ah, ma allora non sono solo che io spinta dall'entusiasmo compro cinque o sei libri e poi li dimentico sugli scaffali, presa da altri, salvo poi ritrovarli felice a distanza di tempo!!!
    Comunque in effetti è raro trovare romanzi con protagonisti anziani e da quanto racconti e' un libro che potrebbe piacermi...e poi sarebbe l'occasione per conoscere un nuovo autore...prendo nota, grazie!

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  2. Ho questo libro in attesa da un po', e per non perderlo di nuovo fra i numerosi acquisti e prestiti in biblioteca l'ho inserito in alcune sfide di lettura che sto seguendo.
    Tornerò di nuovo qui quando l'avrò letto.

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