venerdì 7 agosto 2015

Facciamo finta che non sia successo niente (M. Dawson) - Venerdì del libro

Mi sono presa una breve pausa dal genere che più amo e l'ho fatto leggendo una storia d'amore.
Mi è bastato per convincermi che non è proprio un genere che mi appassiona.

La prima, primissima cosa che non mi è piaciuta di Facciamo finta che non sia successo niente è stato il modo usato dall'autrice per rivolgersi al lettore nelle more del racconto. Se n'è venuta fuori con "...e voi penserete che" o qualche cosa del genere, facendo interloquire la protagonista con chi aveva il libro sotto agli occhi. Non mi piace proprio che un autore si rivolga in questo modo al lettore. Per me è stata una nota stonata.

La storia mi è sembrata piuttosto banale e scontata.
La storia di un amore farcito da infedeltà, ripensamenti, maturazioni, ricadute ed ancora ripensamenti. Il racconto si dipana su due piani temporali con la protagonista: racconta la sua situazione attuale e fa un tuffo nel passato raccontando quello che successe oltre 25 anni prima. Qualcosa che aveva ancora degli strascichi sulla sua vita: un amore appassionato, perduto ma mai dimenticato. Un amore che rispunta tra le pieghe delle vita di tutti i giorni e che tenta di riportare la bobina indietro, quasi a voler recupare il tempo perso come se, davvero, non fosse successo nulla.
Una storia come tante: lei che tradisce lui convinta di vivere il vero amore della sua vita, lui che scopre tutto, l'altro che sembra davvero pronto a lasciare la sua famiglia (perchè è sposato) per lei ma che poi... non dico altro... mi limito a dire che, passando per una grande delusione, Annabelle va avanti per la sua strada senza però liberarsi del tutto di quello che ha creduto (e crede ancora) essere l'amore della sua vita.

Ci potrebbero essere degli interessanti spunti di riflessione...
Come, ad esempio, la percezione che ha un figlio della vita sessuale dei genitori.
O come l'adrenalina che farcisce ogni tradimento, che travolge i suoi protagonisti e che li fa volare di qualche metro sopra alla terra... L'incoscienza legata a questo status, quella che porta a fare cose impensabili in condizioni normali. Tutto questo ci può stare, ma non è niente di nuovo... Centinaia di romanzi sono farciti con gli stessi argomenti...
Almeno questa è stata la mia impressione.

L'autrice scrive in modo semplice e descrive la protagonista, Annabelle, come una ragazza impulsiva (prima), una moglie infelice e trascurata, non ancora una donna ma quasi una ragazzina non ancora cresciuta anche dopo il sì. La descrive poi come una donna matura che non ha ancora fatto i conti con il passato e non ha la forza (o la voglia) di fare i conti con il suo presente. Fatto sta che Annabelle è ancora insoddisfatta, si sente trascurata, lontana da suo marito. Da quello stesso marito che sentiva altrettando lontano subito dopo averlo sposato.

Non mi è sembrata una storia originale. E' un libro che si legge in poche ore giusto per staccare la spina e si va avanti una pagina dopo l'altra per tentare di capire come Annabelle ne uscirà. 

Non è uno di quei libri che ho rischiato di lasciare a metà lettura ma devo dire che non mi ha entusiasmata. Anzi, mi ha convinta (non che ce ne fosse bisogno, a dire il vero), che si tratta di un genere che non fa per me.
Lettura estiva, da ombrellone, che non richiede nemmeno molta attenzione a dire il vero.

Se non lo si legge non si perde molto. Non me ne voglia l'autrice ma non sono affatto stimolata a cercare altri suoi libri.  

Per questo Venerdì del libro, reduce dalla lettura della settimana scorsa che mi ha positivamente colpiata per originalità e tutto il resto, stavolta la mia opinione sul libro che ho appena terminato di leggere è un po' tiepida.

Se capita tra le mani magari è un libro che si lascia leggere ma senza grosse aspettative.
Torno ai miei gialli... ai thriller annessi e connessi... mi sento meglio in loro compagnia!

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