mercoledì 30 settembre 2015

Scarafaggi (J. Nesbø)

L'ho atteso per mesi e il giorno stesso in cui è uscito... è diventato mio.
Scarafaggi, è l'ultimo libro di Jo Nesbø uscito in Italia (la versione in lingua originale uscì nel '98 e si tratta del secondo della serie di Harry Hole) ma non il suo ultimo in ordine cronologico. 
Avendo letto diversi suoi libri senza seguire l'ordine cronologico di uscita mi ero ripromessa di recuperare i libri mancanti in ordine. E Scarafaggi mi mancava... Sulle prime non avevo capito che non fosse stato pubblicato in Italia e l'ho pure cercato in biblioteca... 
Poi, cerca che ti cerca, ho capito...  ed ho atteso pazientemente!

Harry Hole è un  Commissario dell’Anticrimine della polizia di Oslo. Alto 193 centimetri, capelli biondi a spazzola,  occhi azzurri ed esistenza tormentata.

Hole è il migliore.

E' un uomo intuitivo, non teme di mettere a rischio la sua vita quando sa di essere nel giusto, sensibile quanto basta e altrettanto capace di mantenere il suo equilibrio personale anche quando tutto gioca contro di lui. Nel primo libro è stato presentato come un alcolizzato, reduce da una bruttissima esperienza personale con un collega ed anche da un altrettanto esperienza personale dal punto di vista emotivo ed affettivo.
Ora viene spedito a Bangkok con lo scopo di farlo indagare quanto basta per non togliere troppa polvere, per non far trapelare più di tanto onde evitare uno scandalo internazionale.
Un ambasciatore norvegese è stato trovato morto in un bordello di Bangkok. 
Qui parte un'indagine che, per la caparbietà e la bravura di Hole, arriverà molto, molto più lontano del previsto. Cosa che in molti avrebbero voluto evitare!

Hole mette insieme tanti piccoli pezzetti che ad altri sfuggono ed arriva al colpevole. Anche questa volta c'è una donna, anzi più d'una, con un ruolo importante nella storia. 

Il libro mi è piaciuto, nonostante alcune pecche.
Ciò che mi è piaciuto meno sono stati i fiumi di sangue e le scene un tantino forti che questo autore, oramai l'ho capito, non risparmia mai. Chi legge questo autore sa cosa aspettarsi da questo punto di vista.
E poi... dalle varie vicende ne esce fuori un Harry Hole invincibile, che subisce di tutto ma si rialza sempre. Magari in questo l'autore ha esagerato un po': con il 10% di ciò che subisce Hole chiunque ci resterebbe stecchito. Lui no. Stringe i denti a mo' di Rambo norvegese e arriva fino alla fine.

Altro piccolo neo (ma forse è un mio limite) sono i tanti personaggi dai nomi norvegesi che vanno tenuti a mente per non perdersi. 

In chiusura... bambini. Anche stavolta - il mio "anche" non è riferito a questo autore ma ad altri letti di recente - le vittime, seppur indirette, sono bambini visto che tutto ruota attorno ad una storia di pedofilia (che no nè l'unica storia, visto che di mezzo ci sono anche grosse aziende e tanti soldi, ma che è un filo portante della narrazione.

Hole ne esce vivo anche stavolta. A dire il vero lo sapevo in partenza avendo letto tutti i libri successivi: questo ha tolto un po' di suspense quando lo si vede vittima di aggressioni tutt'altro che delicate... ma avendo letto alla rinfusa i suoi libri di questo posso rimproverare solo me stessa.

Leggerò altro di questo autore? Certo che sì! Hole mi manca già. Per un po' però vorrei prendermi una pausa da storie di morti ammazzati... di notte voglio dormire e fare bei sogni... cosa che ultimamente è diventata una rarità forse anche per via di storie come questa, lette poco prima di andare a letto.
***
Scarafaggi
Jo  Nesbø
Einaudi Stile Libero Big
euro 20.00

giovedì 24 settembre 2015

Nuovi arrivi#16 e in biblioteca#13

Non ne ho comprato nemmeno uno! Premessa obbligata nel rispetto dell'impegno assunto a suo tempo di sospendere l'acquisto dei libri fino a che non fosse diminuito il numero dei libri nuovi da leggere che ho in casa.
Promessa mantenuta ma nuovi libri sono comunque arrivati!
Due per mano mia visto che li ho chiesti in prestito in biblioteca. Uno mi è stato regalato. Uno è arrivato in prestito spontaneo da parte di un'amica e l'ultimo... l'ho scovato tra i miei libri di scuola superiore, stipati in uno scaffale quasi dimenticato.
Ma andiamo con ordine.

In prestito ho preso La piccola principessa di Burnett (una vecchia edizione, di formato un tantino grande e scomodo da enere in borsa) e La forma dell'acqua di Camilleri.
 
Il primo l'ho cercato a lungo in libreria da quando, dopo aver letto Il giardino segreto, sono rimasta affezionata a quella storia, quell'autore e quella delicatezza usata nello scrivere. Camilleri mi è del tutto nuovo. Non di fama, sia chiaro... ma non ho ancora letto nulla di suo. Ho voluto andare in ordine nell'approcciare i suoi libri ed ho trovato La forma dell'acqua in una biblioteca del sistema interbibliotecario di cui fa parte anche la mia biblioteca comunale. Oggi è arrivato.

In dono è arrivato La mia famiglia ed altri animali: la mia amica Alice me ne aveva parlato come uno dei suoi preferiti parecchio tempo fa e questa estate me lo ha voluto regalare. Lo leggerò volentieri, pensando a lei.
Due arrivi inaspettati sono invece stati Gli indifferenti e L'idiota
 
Il primo è ancora impacchettato: sicuramente è stato preso in un'epoca lontana (probabilmente quando ero ragazzina) in abbinamento ad un qualche settimanale. L'edizione è quella che si vedeva anni fa in abbinamento a qualche rivista periodica ma non ricordo bene quale. Posso solo dire di averlo trovato, tutto impacchettato come in origine, tra i miei libri delle scuole superiori... tempi passati da un po' ma condizioni del libro ottime.
Lo leggerò? Non so... magari al momento giusto.
E' un classico che mi manca.

Poi è arrivato L'idiota che mi incuriosisce un bel po' ma che, allo stesso modo, mi spaventa: il testo è scritto piccolo piccolo e già questo alimenta qualche dubbio in me. Poi si tratta di Dostoevskij non un autore qualunque... Vedremo. Ho comunque apprezzato il gesto della mia amica Loredana che ha pensato a me quando ha avuto questo libro tra le mani ed ha pensato di prestarmelo.

venerdì 18 settembre 2015

Il metodo del coccodrillo (M. De Giovanni) - Venerdì del libro

Amo i gialli ma ammetto di essermi avvicinata con timidezza agli autori italiani che scrivono romanzi di questo genere. 
Ed è di uno di questi che vorrei parlare per il Venerdì del libro di oggi.
Dopo aver letto ed apprezzato diversi autori stranieri, sono arrivata ad un autore italiano che mi ha convinta al primo colpo.

Su indicazione di un'amica ho preso in prestito in biblioteca Il metodo del coccodrillo, di Maurizio De Giovanni
So che si tratta di un autore famoso per il suo Commissario Ricciardi ma io, a Ricciardi, non sono ancora arrivata.
Ho voluto iniziare con Lojacono, protagonista delle indagini legate ad un assassino che, per le modalità operative che usa, è stato soprannominato "Il Coccodrillo". 
Non tanto e non solo perchè sui luoghi dei delitti lascia delle tracce che fanno pensare ad un coccodrillo, quanto per il metodo che attua: se ne sta nell'ombra a lungo, studia una tattica ben precisa poi colpisce in modo preciso.

Lojacono mi è simpatico.
Mandato in un commissariato di second'ordine a seguito di un'accusa infamante mai provata (e come avrebbero potuto?) si trova a giocare a scopa con il computer tutto il giorno. Questo è il ruolo a cui lo hanno relegato. Fino a che... viene a trovarsi nel posto giusto nel momento giusto... e le sue capacità emergono in modo timido ma chiaro agli occhi di chi è sa guardare e sa capire.
Lo stile di De Giovanni piace.
L'ambientazione mi piace.
La storia mi è piaciuta...
Avrei preferito solamente che, sul finale, qualche cosa andasse diversamente.
Non dico altro, ma chi conosce questo romanzo credo possa capire cosa intendo.
Questo primo libro letto di De Giovanni mi ha convinta e leggerò di certo altro di suo. Il modo di scrivere è completamente diverso da quelli stranieri che calcano maggiormente la mano sugli aspetti macabri degli omicidi, che fanno fare ai commissari delle considerazioni complicate e delle indagini ingarbugliate... De Giovanni è lineare e porta per mano il lettore verso la soluzione dei casi. O meglio, del caso, perchè si capisce subito che il colpevole è uno solo per cui l'assassino da trovare è uno solo.

Ho avuto l'impressione di essere presa per mano dall'autore e man mano che andavo avanti con la lettura ed aggiungevo pezzi al puzzle il finale mi si apriva davanti agli occhi pian piano... ma ho trovato comunque tanta suspense per un epilogo che, come dicevo sopra, in parte avrei preferito diverso...

Il colpevole non agisce a caso. Il suo operato, nella sua mente, ha una sua logica... e ad un certo punto ho anche avuto l'impressione di poter comprendere le sue motivazioni. Non di condividere il suo modo di fare, sia chiaro... ma dal punto di vista umano la sua storia mi ha colpito... e mi ha fatto riflettere.

Un bel libro, un buon modo per iniziare a conoscere De Giovanni e le sue storie.
***
Il metodo del coccodrillo
Maurizio De Giovanni
Oscar Mondadori
euro 10.00

martedì 15 settembre 2015

E tu che libro porti al mare? I vincitori...

Ci siamo. Il post dell'estate, nel quale ho cercato di andare alla scoperta dei libri letti durante le vacanze, quest'anno è stato particolarmente ricco grazie soprattutto al contributo che è arrivato da amici lettori ed amiche lettrici che hanno risposto al mio invito a farmi sapere cosa stessero leggendo nel periodo estivo. Per ringraziarli della collaborazione ho pensato di lanciare una sorta di concorso a premi, assegnando un numero ad ogni libro segnalato per poi scegliere due vincitori: uno tra coloro che avrebbero segnalato fino a sei libri letti, uno tra coloro che ne avrebbero segnalati da sette in su.

Come promesso, è arrivato il momento di affidarci alla sorte per scoprire, tra coloro che hanno inviato le foto delle copertine dei libri letti, chi ha vinto i due che ho pensato di mettere in palio (ed i cui titoli sono ancora da definire).

Con l'aiuto di due severi giurati - la principessa e l'ometto di casa - ho utilizzato i primi 85 numeri della tombola per effettuare la doppia estrazione. 85 perchè tanti sono i numeri corrispondenti agli 85 libri che mi sono stati segnalati. Ovviamente sono stati esclusi gli ultimi cinque della tombola che non servivano.

A questo punto ho messo in un sacchettino i numeri relativi a coloro che hanno segnalato da 1 a 6 libri letti, seguendo quanto registrato di volta in volta che avvenivano le segnalazioni e riportato sul post originale visionabile qui.

Questi i primi numeri usati
ed abbiamo proceduto all'estrazione grazie alle dolci manine dell'ometto di casa 
che ha così stabilito che il primo numero vincente è....
il numero 73 assegnato a Francesca con il libro Bianca come il latte rossa come il sangue.
Poi è stata la volta dei numeri abbinati a chi ha letto da sei libri in su ed è stata la mano della principessa di casa a decidere che ha vincere è....
il numero 41 assegnato a Loriana con il libro Le prime luci del mattino.
Complimenti alle due vincitrici per le quali scegliere un libro ciascuno... Ci devo pensare, anche in base alla tipologia di letture che loro stesse hanno segnalato.
Ringrazio comunque tutti i partecipanti che mi hanno davvero fatto felice rispondendo al mio invito. 

Grazie davvero e... buone letture a tutti!

Ps.: a conclusione di questo piccolo concorso ho deciso di mettere i due libri i cui numeri sono risultati vincenti nella lista dei libri da leggere... e prima o poi li leggerò.... 

venerdì 11 settembre 2015

I ladri di favole (R. T. Bruno) - Venerdì del libro

Per il Venerdì del libro di oggi vorrei proporre il libro I ladri di favole di Rosa Tiziana Bruno che ho vinto, tempo fa, partecipando ad un concorso fotografico su un sito che metteva in palio libri di questa autrice. 
Quando i miei bimbi erano più piccoli non hanno mai voluto che leggessi loro la storia in esso contenuta perchè non apprezzavano molto le illustrazioni. Da piccini i bambini amano illustrazioni più "dolci", più "delicate"... almeno per quanto riguarda mia figlia che non ha mai apprezzato disegni che non le ispirassero fiducia. E' una delle poche che ha sempre evitato libri che avessero per protagonisti mostri, anche i più simpatici. Un esempio? Amano tutti il Mostro Peloso... non lei. Non l'ha mai amato per via delle illustrazioni.
Ora sono tutti e due più grandicelli così ho potuto riprovare... E' andata meglio.

Prima, però, il libro l'ho letto io per poi proporlo a loro.

E narra la storia di una bambina che ha una missione da portare a termine: salvare le favole. Ci sono dei loschi figuri che vanno in giro per il mondo a rubare le favole. Ed i personaggi di tutte le favole del mondo non hanno più una casa, non hanno più un posto dove stare. Così, pian piano, ai bambini manca la fantasia e diventano vuoti, nella natura vengono a mancare i colori e l'allegria. Colpa degli Storti: questo è il nome di coloro che stanno facendo del tutto per rubare le favole.

Cosa si inventerà Angiolina, la bimba che, in virtù della sua testardaggine e del suo amore sconfinato per le storie, ha deciso di farsi carico di una così importante missione?
Ce la farà a sconfiggere gli Storti?
Nel portare avanti il suo compito la bambina si troverà a conoscere diverse culture, passando da un Paese all'altro. Scoprirà che le favole mancano a tutti indistintamente, anche se sono di diversa cultura, di diverse abitudini e convinzioni. Perchè la fantasia serve per vivere in ogni parte del mondo.
Ed è necessaria per grandi e piccini.

Devo dire che la storia mi ha fatto tanto pensare ad un libro molto più famoso... letto tempo fa e che è sempre nel mio cuore. E' quello che capita anche nel libro La storia infinita, o mi sbaglio? E c'è un ragazzino che ha il compito di salvare il mondo di Fantasia e tutti i personaggi delle storie... giusto?

Seppur in altra chiave, dunque, la storia non è propriamente originale ma comunque carina anche perchè, ovviamente, anche se l'idea di fondo è quella, poi gli sviluppi sono diversi. E la bambina è proprio simpatica! Interessante il glossario finale dove l'autrice propone una panoramica sulle favole delle diverse parti del mondo di cui vengono citati i protagonisti durante il viaggio di Angiolina.

E' un libro adatto anche come lettura della buona notte. Grazie alla struttura in capitoli si può leggere in diverse serate posto che i bimbi non siano sufficientemente grandi per leggerlo da soli.

Il libro ha avuto una menzione speciale al premio internazionale "Una favola per la pace", International Peace Bureaux 2005 ed è edito da EdiGiò nella collana Le Tartarughe, con illustrazioni di Simona Meisser. Personalmente le illustrazioni mi piacciono molto anche se dovrei segnalare alcune cosette che mia figlia non è mancata di sottolineare.

Angiolina viene descritta come uno stecco, una bambina magra magra ma nell'illustrazione tanto magra non è.
Ad un certo punto compare un principe che, nel racconto, viene descritto come avvolto in un mantello di velluto viola che, nell'illustrazione, diventa un vestito azzurro.
Durante il viaggio si dice che Angiolina ha con se uno zaino che diventa via via più pesante mentre sull'illustrazione che viene proposta proprio al centro del viaggio dello zaino nemmeno l'ombra.
Sono dettagli, lo so, ma i bambini fanno molto caso a queste cose... la mia, poi, che è molto attenta, non è mancata di sottolineare ogni particolare!
Così come (ha dieci anni) ha notato che al termine di alcune frasi mancano i punti (si conclude la frase poi si inizia a capo con lettera maiuscola senza mettere il punto), che gli Storti non sempre vengono indicati con lettera maiuscola, che Kose - uno dei personaggi di una storia dalla Turchia - una volta viene scritto con l'accento sula o (Kòse) ed altre volte no. 
Dettagli anche questi. Ma i giovani lettori sono attenti.

Un'ultimissima cosa: in alcune pagine le illustrazioni sono un tantino "sgranate"... si vedono i quadratini che graficamente si notano quando si sbaglia la qualità dell'immagine per la stampa. Questo - va detto - non l'ha notato mia figlia ma l'ho notato io... 
Nulla toglie alla storia, sia chiaro. 
Mi auguro che questi appunti possano essere utili per migliorare un'eventuale seconda edizione. 

In ogni caso, è un libro simpatico che sottolinea il valore della lettura e l'importanza della fantasia in questo mondo in cui troppo spesso si va di fretta e si è talmente superficiali da non dare il giusto peso a ciò che le storie e le favole rappresentano per ognuno, grandi o piccini che siano.

L'ho detto in apertura, l'ho ricevuto in premio e ringrazio l'autrice che ce lo ha anche autografato e la mia non vuole essere una recensione dispregiativa ma un voler fare a voce alta delle considerazioni che mi auguro possano essere propositive.
***
I ladri di favole
Rosa Tiziana Bruno
EdiGiò collana Le Tartarughe
13.50 euro

giovedì 10 settembre 2015

La porta chiusa (A. Holt)

Helen Lardhal Bentley è la prima Presidente donna degli Stati Uniti. E' in carica da appena quattro mesi quando, durante un viaggio istituzionale ad Oslo, scompare.
Su una così prestigiosa scomparsa indaga la polizia norvegese ma anche gli americani vogliono avere voce in capitolo.
E' questa la storia attorno alla quale si snoda il romanzo La porta chiusa, di Anne Holt, il terzo della serie di Vik e Stubø.
 
Accanto ai migliori uomini della polizia norvegese arriva anche il capo di una importante sezione dell'Fbi. Risponde al nome di Warren Scifford. E' l'uomo che Jhoanne Vik non vuole nemmeno sentir nominare, l'uomo con cui ha avuto una storia in passato ma che resta un mistero nella sua vita tanto che ha chiesto a suo marito, Yngvar Stubø, di promettere che mai avrebbe chiesto qualche cosa su di lui e sulla loro storia. Scifford torna prepotentemente nella vita di Vik anche se in modo indiretto: chiederà di averla come intermediaria durante le indagini congiunte con la polizia norvegese. Non sarà possibile, allora ripiega su Stubø. Vorrà lui accanto a se durante tutte le indagini.

Scifford non è l'unico peronaggio che già conoscevo e che ricompare su un romanzo della Holt. Ci sarà anche Hanne Wilelmsen: una poliziotta incontrata in un altro romanzo della Holt ma non della serie di Vik e Stubø. La ricordavo un tantino diversa... ed in effetti qualche cosa nella sua vita cambierà rispetto al primo romanzo in cui è stata protagonista ma per arrivare a tale cambiamento sarà necessario leggere gli altri libri della serie che si apre con La dea cieca (cosa che non mancherò di fare visto che la Holt mi piace sempre più):

La storia è molto attuale: si fanno riferimenti alla politica internazionale, ai rapporti tra Usa e Norvegia, alle conseguenze collegate ai tragici eventi dell'11 settembre e, ancora una volta, l'autrice punta molto sui personaggi femminili. E' il quarto libro che leggo della Holt ed in ognuno questa sua caratteristica viene confermata. 

Nel romanzo si intrecciano drammi personali, segreti legati alla vita privata dei vari personaggi con la politica intenzionale ed entra in gioco anche qualche Paese lontano sia dall'una che dall'altra nazione. Un ricco personaggio Saudita entra in gioco come regista di una operazione studiata a tavolino da anni e messa in atto con calma, con pazienza e grazie a tante pedine che, loro malgrado, si trovano ad essere parte di un grande disegno criminale.. Non posso dire di più sulla trama. 

Mi limito a dire che questa autrice mi piace anche se stavolta non sono riuscita ad afferrare alcuni passaggi. Non ho ben capito (ma lo si capisce?) il ruolo di Scifford che va bene oltre quello di un capo dell'Fbi. In alcuni passaggi ho trovato delle forzature (una su tutte un fortuito, importantissimo ritrovamento che appare una coincidenza un bel po' esagerata) che rendono troppo inverosimili alcune circostanze.

Nonostante ciò, il libro mi è piaciuto. 
Non scorrono fiumi di sangue, non ci sono dettagli macabri ma questo nulla toglie alla gravità di alcune situazioni. 
Forse complessivamente il romanzo è poco credibile ma... è pur sempre un romanzo ben scritto, ben architettato e ben posto. Sono indulgente con la Holt perchè mi piace. Leggerò altro di suo.

Un appunto sul titolo e sulla copertina.
La versione originale non ha niente a che fare con la traduzione del titolo italiana: Presidentens valg non ha niente a che fare con il titolo italiano. Entrambi sono calzanti con la storia perchè comunque c'è una porta chiusa dietro la quale succede qualche cosa. La copertina, però... è bella, quella della versione italiana (per lo meno a me piace) ma quella originale trovo che calzi di più con la storia. Mettere una così bella donna dietro ad una porta che si sta aprendo non c'azzecca molto con il racconto.
Ne ho trovata un'altra, oltre a quella con i colori della bandiera americana, che dev'essere di un'altra edizione e che credo possa essere considerata una via di mezzo tra le due, tra quella italiana e quella originale. Compare un luogo non ben definito, con un sottofondo di rosso che richiama qualche cosa di misterioso...  ma quella originale resta più calzante, seppur la versione italiana più bella.

Ho preso in prestito il libro dalla biblioteca del mio comune e a giudicare dalle sue condizioni credo di essere stata la prima a prenderlo in prestito.
Ora cercherò gli altri della stessa autrice ma dell'altra serie anche se in questa storia viene svelato un dettaglio sulla vita di Hanne Wilhelmsen che avrei preferito non sapere, per non togliermi il gusto della sorpresa. Pazienza. farò finta di non sapere niente!

Ps: l'avevo notato anche negli altri libri letti di questa autrice ma non l'ho mai sottolineato. Spesso, troppo spesso, lascia i discorsi incompiuti durante i dialoghi. Un pochino questa cosa mi ha indispettita... A volte le interruzioni sono motivate. Altre volte ho avuto la sensazione che il discorso restasse davvero a metà...

Ps del ps: per chi avesse il precedente e si aspettasse qualche sviluppo... niente da fare. Storia del tutto nuova anche se viene nominato un personaggio chiave del libro precedente.
*** 
La porta chiusa
Anne Holt
Einaudi Stile Libero * Big
18.50 euro

lunedì 7 settembre 2015

Nuovi arrivi#15 e in biblioteca#12

Mio! Finalmente mio! Quanto t'ho aspettato... ed ora finalmente sei mio!
No, non mi riferisco al libro di Barbara De Rossi Bibbi esci dall'acqua - comprato per mia madre su commissione - ma a Scarafaggi di Jo Nesbø.
Mi ero ripromessa di leggere i suoi libri in ordine, in merito alle serie di Harry Hole e quando mi hanno detto che questo non era ancora uscito in Italia mi ero bloccata. Poi, cercando in giro, anche se qualche blog lo dava come uscito già mesi fa (...?...) ho visto che sarebbe uscito il primo di settembre. L'ho prenotato e l'ho avuto tra le mani quasi in tempo reale. 
Anche se mi ero ripromessa di non comprare più libri - visto che ne ho parecchi da leggere - ho fatto volentieri un'eccezione visto che mi sono proprio affezionata ad Harry Hole e alle sue investigazioni.

Ora è in attesa di lettura visto che devo terminare un altro libro dello stesso genere - altra autrice norvegese che ultimamente ho apprezzato molto - con il terzo libro di Anne Holt che ha come protagonisti Vik e Stubø. L'ho trovato - come gli altri due - disponibile nella biblioteca del mio comune ed ho approfittato più che volentieri.

Ho comprato anche Wonder - di cui ho sentito tanto parlare ma che non ho letto - non per me: l'ho regalato a mia nipote in occasione della sua Santa Cresima. Io sono fissata con i libri, lo so.... e magari un'adolescente preferirebbe una ricarica per il telefonino piuttosto che un libro ma non demordo.
Chissà se ci avrò azzecatto a scegliere questo libro per mia nipote? Me ne erano stati suggeriti altri che, però, mi avevano convinta meno... alcuni dei libri suggeriti mi hanno incuriosita un bel po' e probabilmente li leggero io, anche se ragazzina non lo sono più da un po'.

Ultimissimo in ordine di tempo, un libro che ho richiesto tramite il Prestito Interbibliotecario e che mi è stato spedito dalla biblioteca di un altro comune del circuito di cui fa parte anche il mio

 

venerdì 4 settembre 2015

Una lacrima color turchese (M. Corona) - Venerdì del libro

Un libro che parla del Natale letto a settembre? Eh si... L'autore ha iniziato a scriverlo nel mese di giugno... ci può stare anche leggerlo a settembre quando ancora presepi ed alberi di Natale sono lontani...

Ho preso in prestito in biblioteca quello che per me è stato il primo libro di Mauro Corona nel senso che è il primo suo libro che ho letto. Non sapevo cosa aspettarmi, non conoscendo l'autore, il suo stile. Mi sono trovata a leggere una favola ambientata in un paesino di montagna nel periodo natalizio. Un Natale moderno, dei giorni nostri. Un Natale che viene sconvolto dalla scomparsa di tutte le statuine dei Bambin Gesù di tutti i presepi. Di quelli dei ricchi così come di quelli dei poveri. Dei religiosi come quelli dei meno credenti. Dei politici come della gente più comune.
Sono scomparse misteriosamente. Forse rubate, forse vittima di un sortilegio. Nessuno saprà dare una risposta anche se ci provano in tanti.

Eppure la risposta è proprio lì, a portata di mano. Basta saperla individuare.

La situazione diventa sempre più preoccupante fino a che non si arriva ad una svolta.

Lo stile di Corona è molto semplice e scorrevole. L'ho trovato un po' troppo semplice, a tratti, ed anche ripetitivo. Sono stata tentata di saltare qualche riga, soprattutto verso la fine. Ho avuto l'impressione che avesse bisogno di ripetere alcuni concetti (che peraltro si afferrano al volo) per arrivare ad una svolta che è facilmente comprensibile anche al lettore meno attento.

Corona invita a riflettere su concetti che sono noti a tutti ma sui quali spesso si fa fatica a concentrarsi. Lo fa con una favola dal retrogusto amaro e che si legge in fretta.

Non mi spiace averlo letto Una lacrima color turchese e lo segnalo per questo Venerdì del libro ma trovo che non venga trasmesso niente di nuovo. E' un richiamo a riflettere sull'attuale ipocrisia attorno alla quale ognuno si trova a vivere. In più punti viene chiamato in ballo il clero così come la politica, i giornalisti, i personaggi dello spettacolo ed altri ancora.

L'ho preso in prestito per fare una pausa tra un morto e l'altro - visto che ultimamente mi sto dedicando quasi esclusivamente ai gialli - ed è stata una pausa breve e tutto sommato gradevole anche se non mi sento di promuove a pieni voti questo libro.

Sono comunque curiosa di conoscere meglio Corona e credo proprio che cercherò altro di suo, sperando che abbia proposto qualche cosa di diverso e meno prevedibile.
Molto bella l'immagine del "...magnifico catino d'acqua dal colore che sa di cielo" che si incontra alla fine del libro.

Ps. Corona nomina anche "...quelli che per mestiere davano i voti ai libri che non leggevano e compilavano pagelle". Bhè, mi sento un pochino chiamata in causa perchè dico la mia sui libri ma io i libri che recensisco li leggo, sempre... compreso questo. E quel che scrivo è ciò che penso. Sempre. Compresa questa volta. 

giovedì 3 settembre 2015

Non deve accadare (A. Holt)

Un finale come quello che mi sono trovata davanti agli occhi non me l’aspettavo proprio. Sulle prime mi è rimasto un po’ di amaro in bocca ma, ripensandoci bene, non è proprio così.
Vik e Stubø  tornano con una nuova indagine. Vengono proposti dei richiami al libro precedente, quello che ha aperto la serie, ma la storia si regge alla perfezione anche se non si partiti dall’inizio della storia dei due, dell’investigatore e della profiler.
Li avevamo lasciati collaboratori e li ritroviamo spostati con prole. In effetti sul finale del libro si era lasciato intendere un certo reciproco interesse tra i due, si era accennato ad una potenziale storia d’amore che ora è sbocciata appieno.
Stavolta viene fornito qualche dettagli in più sui personaggi. E l’ho apprezzato perché mi hanno aiutata a fare un quadro più preciso dei protagonisti.
Vik ha qualche scheletro nell’armadio che, però, resta tale anche al termine di questa storia. Probabilmente qualche sviluppo lo si avrà, da questo punto di vista, nel libro successivo (ho letto la trama e mi è parso di capire qualche cosa del genere). Ha una specie di segreto, legato ad una sua relazione precedente, di cui non vuole parlare ma che pesa su tutta la storia. E’ una mamma molto inquieta, sente su di se la responsabilità moltiplicata per due, per le sue figlie, ma la sente in modo amplificato. E’ una donna fragile almeno nella parte iniziale del libro. Fragile ma capace di tirare fuori le unghie.
Stubø invece si è svelato più di quanto non avesse fatto in precedenza. Ha quasi 50 anni, lavora in polizia da quando ne aveva 22, è finito nella Kripos (la polizia criminale) dopo diverse esperienze: dopo aver pattugliato le strade come poliziotto in divisa, dopo aver arrestato vagabondi e ubriachi, dopo aver guidato una squadra cinofila ed aver trascorso alcuni anni (a disagio) nella sezione antitruffe. Un uomo di grande esperienza, dunque. Intuitivo (questo era emerso già nel precedente libro) ma consapevole di non riuscire a fare tutto da solo.
Anche stavolta ha bisogno di una donna, della sua donna, per cercare di capire cosa sta accadendo in città: scenografici omicidi stanno turbando l’esistenza di molti, le vittime sono personaggi a loro modo famosi e non si riesce a trovare nulla che possa permettere di avere anche un piccolo sospetto…
Non mi sento proprio di dare altre indicazioni sulla storia perché qualsiasi cosa direi toglierebbe il gusto della lettura. Posso dire che questa volta Vik vuole proprio tenersene fuori (anche nell’altro libro, quando si trattava di bambini scomparsi) ma neanche questa volta riesce a tenere fede al suo proposito pur avendo una neonata ed una bambina difficile a cui badare. Lei non riesce proprio a starne fuori, questa volta più che mai. Perché sente che qualche cosa, nei casi che ha per le mani grazie a suo marito (è lui che porta a casa i fascicoli del caso per avere l’aiuto di sua moglie in modo ufficioso) la riguarda da vicino. Molto da vicino. Questa sensazione pervade per tutta la prima parte della storia fino a diventare una certezza.
La protagonista femminile, così come avvenuto in precedenza, non ha un ruolo secondario. Tutt’altro. Sono le sue deduzioni che permettono di fare un po’ di luce su uno scenario buio come la notte. Infondo, a ben guardare, chi scrive il libro è una donna e sa il fatto suo grazie ad una vasta esperienza lavorativa e umana al suo attivo, una conoscenza diretta dei meccanismi investigativi e legali appresi non per sentito dire ma per essere stata Procuratore e persino Ministro della Giustizia. Un’autrice donna che assegna ad una protagonista donna un ruolo importante: una specie di riscatto nei confronti dei tanti, tantissimi ispettori, commissari, poliziotti, investigatori che dilagano nel genere giallo.

Ritmo sostenuto, narrazione precisa e ricca di particolari, nessun eccesso sulle scene del crimine.
Concludo chiedendomi e chiedendovi: il bene ha sempre la meglio sul male? I buoni vincono sempre? Nella vita sicuramente no... nei romanzi?

Ps. un piccolo appunto in merito alla copertina. 
Quella dell'edizione italiana secondo me non rende bene rispetto al contenuto del libro.  Fa pensare che anche stavolta le vittime siano delle bambine (guardando la copertina si vedono piedi di una bambina). E non è così.
Soprattutto per chi ha letto Quello che ti meriti la sensazione che passa nel guardare la copertina è che si abbia ancora a che fare con dei bambini.
Ci sono due bambine nella storia, è vero... ma hanno un ruolo ben diverso da quello che si può pensare a prima vista.
Trovo molto più in linea con la storia (anche se non posso dire che sia una copertina particolarmente bella) quella della versione originale... 
Chi lo ha letto capisce al volo perchè. 
Chi non lo ha letto ha un motivo in più per farlo... e togliersi la curiosità!