sabato 25 giugno 2016

La ragazza nella nebbia (D. Carrisi)

Carrisi è un autore che ha saputo conquistarmi. Ogni volta dimostra di conoscere molto bene i meccanismi di cui parla e questo, sommato al suo stile di scrittura e alla sua inventiva, ha avuto un effetto catalizzatore su di me.
Oramai considero Carrisi una garanzia.
La ragazza nella nebbia è il suo quarto libro che leggo dopo L'ipotesi del male, Il suggeritore e Il tribunale delle anime.

La storia si apre con la figura di un uomo che appare smarrito, dopo un incidente stradale da cui è fortunatamente uscito illeso, ma che porta addosso segni di qualche cosa di inquietante: sangue.
Non il suo. E' sotto shock e non sa spiegare (o non vuole?) quello che gli è accaduto.
Quell'uomo è Vogel, l'agente speciale Vogel, che viene condotto al cospetto di uno strizzacervelli che deve cercare di capire cosa possa essergli successo.
Inizia qui il racconto. Un racconto che viene strutturato con continui salti temporali ben concepiti, che non fanno perdere il filo, anzi.
Carrisi racconta la storia di una scomparsa: quella di una ragazzina di sedici anni, Anna Lou.
La comunità è sconvolta, la famiglia è sconvolta. 
Vogel è incaricato di risolvere il caso.
Più che di trovare Anna Lou Vogel cercherà il colpevole. A tutti i costi. E' viva in lui una precedente esperienza poco felice nella ricerca di un colpevole a tutti i costi per cui ha bisogno di redimersi agli occhi del grande pubblico prima ancora che dei suoi superiori.
Si servirà di tutti i mezzi che conosce per arrivare al risultato. Della stampa in particolare. Darà in pasto alla stampa un mostro.
La giustizia non fa ascolti. La giustizia non interessa a nessuno. La gente vuole un mostro... E io le do quello che vuole. 
Non si trovano prove. Solo indizi e idee, ipotesi, possibilità. Basta questo per iniziare a tormentare qualcuno, fatto passare per mostro? Lo è veramente?
 
In questo libro ho fatto fatica a trovare il buono.
Perchè i personaggi principali buoni non sono, anche quando dovrebbero esserlo per i ruoli che ricoprono.

Dalla storia emergono i perversi meccanismi che portano alla creazione di un mostro e che portano a dimenticare in fretta la vittima. Anna Lou passa in secondo piano davanti al mostro che emerge dalle indagini. Il lettore viene portato per mano fino alla fine della storia con un ritmo incalzante. 
In tanti passaggi non ho potuto fare a meno di pensare a fatti di cronaca dei nostri tempi. L'accanimento mediatico, i carnefici-non carnefici, le indagini impantanate e quelli che i media definiscono colpi di scena. Carrisi insinua parecchi dubbi nel lettore non solo in riferimento alla storia inventata di Anna Lou ma anche, e soprattutto, alla realtà. Quella realtà di cui conosce bene i meccanismi per via della sua formazione e della sua esperienza.

Emergono personaggi a dir poco diabolici, uno in particolare.
Ne emerge uno che resta nell'ombra fino alla fine e rispetto al quale, a dire il vero, credo che si sia fatta una forzatura sul finale. 

Forse è il finale il punto debole di una storia che mi ha comunque catturata, appiccicata alle pagine. Un finale un po' forzato ma non posso dire di più per non togliere il gusto della lettura. 

Ho provato una profonda indignazione per la facilità con cui si tende a dimenticare la vittima, sacrificandola sull'altare dell'audience e dello scoop. E non solo per Anna Lou. No, ho pensato a tanti casi di cui si sente parlare al telegiornale sui quali vengono montate ore ed ore di trasmissioni televisive che, spesso, somigliano ad un grande circo le cui tende vengono montate e rimontate altrove, quando arriva un caso nuovo, più intrigante ed interessante. Purtroppo capita.

E poi le modalità con cui vengono portate avanti le indagini: anche qui credo - e spero - che Carrisi abbia fatto delle forzature altrimenti siamo proprio alla frutta.

Carrisi non fa emergere in modo immediato la personalità dei protagonisti ma la lascia assaporare pian piano fino alle ultimissime pagine: la storia ha una svolta nelle ultime venti pagine tanto che ad un certo punto, avendo tra le mani un tomo di 373 pagine, mi sono chiesta "...ma come farà a proporre un finale credibile in così poche pagine?". 
Qualche indizio Carrisi lo ha lasciato disseminato lungo il cammino lasciando intuire il finale. 
Un finale che a ben vedere è doppio, prevedibile in parte ed in parte un po' forzato perchè legato - probabilmente è questo - ad una figura che emerge poco dalla narrazione.

E' comunque un libro che consiglio agli amanti del genere e che mi ha fatto piacere leggere (per quanto possa far piacere leggere la storia di una ragazzina scomparsa....).

Con Carrisi partecipo alla terza tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori, per l'obiettivo n. 2: un libro con una donna raffigurata in copertina.

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