lunedì 8 agosto 2016

L'arduo apprendistato di Alice lo Scarafaggio (K. Cushman)

Cosa mi ha insegnato Alice? Che non bisogna mai mollare, che bisogna avere fiducia nelle proprie capacità e che bisogna lottare per ciò in cui si crede.
E me l'ha insegnato da protagonista di un libro per ragazzi.

Chi mi segue oramai sa benissimo che non mi dispiace affatto concedermi qualche lettura nata e pensata per i lettori più giovani. Mi piace alternarle a letture più impegnati e non sempre sono leggere come si potrebbe pensare. A volte ci sono storie per ragazzi che fanno riflettere anche gli adulti. 
L'arduo apprendistato di Alice lo Scarafaggio (che nella sua versione originale aveva un titolo molto meno cervellotico quale The Midwife's Apprentice) non è un libro pesante. No, non è questo che intendo. Voglio dire che non si tratta di una storiella superficiale e di scarso significato. Alice ha qualche cosa da dire e lo fa con chiarezza rivolgendosi, secondo me, a lettori piccoli e grandi.

Di recente ho apprezzato molto Il mistero di Agenes Cecilia e sono tornata ad attingere alla stessa collana: la serie rossa de Il Battello a Vapore, Piemme Junior.

Questa volta la storia è meno strutturata dell'altra, compaiono meno personaggi e la protagonista emerge con le sue caratteristiche e fragilità. 
Lei non è nessuno. Non ha famiglia, non ha nulla, non appartiene a nessuno. Non ha nemmeno un nome visto che la chiamano Marmocchia. 
Poi diventa Scarafaggio. 
Scarafaggio è il nomignolo che le viene affibbiato perchè viene trovata spesso tra i rifiuti. Qualche cosa nella sua vita cambia quando inizia a fare l'apprendista levatrice, al cospetto di una donna esperta ma burbera e dai modi assai ruvidi. Scarafaggio si convince ogni giorno di più di  meritare tutti gli appellativi dispregiativi che le vengono affibbiati già a partire dalla sua stessa padrona.
O meglio, crede di meritare tutti quegli appellativi perchè ha una scarsa fiducia in se stessa, è convinta di non contare nulla e di essere quasi invisibile al cospetto degli altri.

Scoprirà, però, che non è affatto così. C'è qualcuno che ha fiducia nelle sue capacità, qualcuno che la cerca e chiede il suo aiuto, qualcuno che la vorrebbe avere accanto. 
Scarafaggio si dà un nome: Alice. Diventa Alice per tutti. Alice lo Scarafaggio per qualcuno. Comunque è Alice. 
Scoprirà pian piano di essere in grado di fare del bene e di avere qualcuno che le è riconoscente.
Stenta a crederci, tanta è l'abitudine a sentirsi dire di non valere nulla.
Stenta a crederci, tanta è l'abitudine a far finta di non avere quelle qualità che, invece, pian piano emergono in lei.

Il suo apprendistato non è semplice ma Alice è una ragazzina sveglia e capace di apprendere, anche quando è nascosta dietro ad un cespuglio o dietro ad una finestra semichiusa. E' curiosa ma non coraggiosa. Il coraggio è una dote che le manca almeno fino a che non si rende conto di quanto ingenerosi siano tutti quegli appellativi che le vengono gridati dietro quotidianamente. 

La storia è scritta in modo chiaro, dipingendo personaggi che fanno da cornice ad un'epoca storica in cui la levatrice era un'autorità, un personaggio meritevole di rispetto e necessario ad una comunità. Siamo nel XII secolo e nel momento in cui la levatrice del paese accetta Scarafaggio come sguattera per lei inizia una nuova vita che, però, non è affatto in discesa.
La vera svolta per lei arriverà solo nel momento in cui prenderà consapevolezza delle proprie capacità, della propria identità. La svolta arriva nel momento in cui sceglie di chiamarsi Alice.
A questo punto qualche cosa cambia.

E' una lettura che consiglierò a mia figlia e che, ne sono certa, apprezzerà. Non so dire se questo libro sia ancora in commercio: io ne ho trovata una copia nella biblioteca comunale del mio comune ed è il secondo titolo di questa collana che leggo con piacere. Come nel caso di Agnes Cecilia, protagonista è una ragazzina che vive vicissituni differenti ma che è, comunque, un personaggio positivo, nonostante tutto.

Con questa lettura partecipo alla terza tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori, per l'obiettivo n. 5: un libro con un nome proprio femminile nel titolo.

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