domenica 18 dicembre 2016

Cavour e il codice segreto dei carbonari (V. Conti)

Chi mi segue ha già capito da tempo che la collana Sì, io sono, Lapis edizioni, mi piace un bel po'.
Come già detto in altre recensioni, mi piace perchè i protagonisti dei libri sono personaggi che diventeranno famosi e lasceranno un segno nella storia ma che, al momento del racconto, sono ancora ragazzini per cui inconsapevoli del ruolo che avranno in futuro.

L'ultimo libro della serie, letto in questi giorni, è Cavour e il codice segreto dei carbonari.
Prima di me è passato tra le mani di mia figlia che sulle prime non era molto entusiasta - forse perchè comunque si parlava di un argomento, la carboneria, che conosce poco - ma che poi lo ha terminato in un battibaleno. Prima di restituirlo in biblioteca l'ho letto anche io.
Camillo ha dieci anni e frequenta la Reale Accademia Militare. Qui vige una ferrea disciplina che, però, a Camillo piace poco. Non è un ragazzino ribelle ma ama le avventure e sarà proprio in un'avventura bella e buona che si caccerà, assieme ai suoi compagni Emanuele ed Adalberto.
In Accademia un insegnante viene aggredito in casa sua e quando i ragazzini si recheranno da lui per cercare di capire cosa possa essere accaduto, si rendono conto che quel professore un po' buffo è qualche cosa di più: non è solo il professore di letteratura e grammatica latina ma a qualche cosa a che fare con la carboneria. Ma cosa sarà mai? E come possono aiutarlo i tre ragazzini?
Si snoda attorno a tutto ciò l'avventura che porterà Camillo a conoscere una realtà, quella della carboneria, che le era sconosciuta.  

Ciò che più ho apprezzato, oltre alla narrazione scorrevole, è stato il carattere di Camillo. Viene presentato come un ragazzino che sa già il fatto suo, un ragazzino che sa quello che vuole e che non teme di adoperarsi per raggiungere l'obiettivo che si è messo in testa. Già il Camillo ragazzino ha caratteristiche che lo porteranno, in futuro, ad affermarsi come il grandissimo uomo politico che è rimasto alla storia.
E poi ho apprezzato i gianduiotti! O meglio, viene narrata la scoperta dei gianduiotti da parte di Michele Prochet, proprietario di un piccolo laboratorio di cioccolata che sarà colui che, nel 1845, incontrerà l'imprenditore Ernesto Alberto Caffarel, nipote dello storico marchio ancora oggi noto. Il gianduiotto, in realtà, nascerà solo dopo l'incontro tra i due mentre in questo racconto ci si è presa la libertà di anticipare la sua nascita: la descrizione del cioccolato, dei tentativi di non farlo sciogliere tra le mani e la golosità dei ragazzini mi hanno fatto venire davvero voglia di mangiarne uno! Quando i tre ragazzini si trovavano nel laboratorio del maestro cioccolataio e raccontavano del profumo di cioccolato che era nell'aria... bhè, sembrava proprio di sentirlo sul serio...
Cioccolata a parte, è una lettura che consiglio per giovani lettori e non solo, per chi voglia prendere familiarità con personaggi storici raccontati sotto un originale punto di vista. Consigliato anche come dono da mettere sotto l'albero di Natale, visto che siamo nel periodo delle compere natalizie.

Intanto, con questa lettura partecipo alla quarta tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori, per l'obiettivo n. 3: libro con un personaggio realmente esistito (più d'uno dei personaggi di cui si parla sono esistiti realmente, a dire il vero).
E poi... squillo di trombe!!!! Questo libro mi permette anche di partecipare alla nuovissima Challenge La ruota delle letture per il mio primo obiettivo: un libro di una Casa Editrice minore. E così mi conquisto il mio primo punticino

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