giovedì 16 febbraio 2017

I nove custodi del sepolcro (M. Rua)


So benissimo che il numero nove usato nei titoli dei romanzi della Parthenope Trilogy non è usato a caso. Dalla valenza esoterica, simbolo di perfezione ed anche portafortuna per ammissione dello stesso autore che, in diverse interviste, ha ammesso di aver dato anche un valore di questo tipo al nove.
In realtà, nell’ultimo libro della trilogia – I nove custodi del sepolcro – fino a poche pagine dalla fine mi sono chiesta se il titolo fosse calzante con la storia o se fosse usato solo come elemento di continuità con i volumi precedenti. Certo è che per la gran parte del racconto la sensazione che mi ha pervaso mi ha fatto protendere più per la seconda ipotesi che non per la prima.

In ogni modo, titolo a parte, stavolta Lorenzo Aragona si trova alle prese con una vicenda quanto mai curiosa, che lo porta a contatto con miti e leggende di un tempo, mai così attuali! E’ sempre la città di Napoli a fare da scenario alle sue avventure e, questa volta, è la Napoli sotterranea a svelarsi pian piano mostrando un aspetto di se alquanto affascinante. Caverne, cunicoli, cisterne, possi, aperture segrete verso le viscere della terra nascondono segreti mai svelati e che, ora, si schiudono davanti ad un Aragona sempre più curioso sempre più coinvolto in faccende che hanno dei risvolti decisamente pericolosi. Per se ed anche per la sua amata Artemìs che – dimenticata definitivamente la sua brutta esperienza con una malattia che le stava per dare il benservito – è sempre più battagliera oltre che preparata.
Sarà proprio nella parte più segreta di Napoli, al di sotto del livello del mare, che verrà fatta una straordinaria scoperta ma l’avventura non finisce qui. Eh no! A tirare Aragona per i capelli in questa avventura sarà la scomparsa misteriosa di un amico: Sante Spiteri, che ha commesso l’errore di spifferare qualche cosa che avrebbe dovuto restare segreto e che, ora, ha messo in pericolo la sua vita.

E non solo. 

Da qui, dalla misteriosa scomparsa di Sante, prende avvio un’avventura ricca di mistero, sulla base di eventi storici che vengono proposti dall’autore con dovizia di particolari.
La Napoli misteriosa fa venire voglia di catapultarsi in mare quanto prima per raggiungerla: merito di un Martin Rua che riesce a trasmettere all’autore il suo amore per la sua città, anche quando parla di apetti meno conosciuti al pubbico come può essere quello dei vicoli sotterranei e di tutto ciò che essi possano nascondere.


Parthenope: questa volta, più che mai, il ruolo della sirena che porta questo nome e che, secondo la leggenda, fondò la città di Napoli, è di basilare importanza. Sirene, creature marine, biologia, genetica (e proprio per questo mi sono ritrovata piuttosto dubbiosa in merito al titolo… nodo che poi si scioglie alla fine con poche righe): invenzione o realtà? Miti, leggende o qualche fondamento storico c’è davvero in tutto ciò? A svelare l’arcano è lo stesso autore che, in coda al libro, offre delle note esplicative che aiutano a meglio comprendere il suo lavoro. Lui stesso dice che, anche se la storia sembra più fantastica che reale, non ha scritto un fantasy tanto che ha attinto a fonti ben precise.
Ho affronato teorie evoluzionistiche estreme, è vero, ho mescolato la storia con le leggende, ho spinto un po’ più in là le attuali conoscenze in campo genetico, ma non ho scritto un libro fantasy. Ho solo asservito alla mia fantasia tutto il materiale che ho consultato. Sperando, in fin dei conti, di aver divertito il lettore.

A me, a dire il vero, questo ultimo episodio della trilogia ha intrigato più degli altri probabilmente propoprio per via dei riferimenti al mare, alle sirene, ad esseri misteriosi.
La storia è scorrevole anche se, in alcuni punti, segue ritmi altissimi con situazioni che rischiano di far perdere il lettore. Si legge bene e mi ha particolarmente colpita la mole di informazioni che Rua mette a disposizione del lettore su riferimenti a luoghi, leggende, misteri. Intrigante. Ammetto di non essere una lettrice che va alla ricerca di chissà quale perfezionismo su argomenti di questo tipo.

Questa lettura mi ha divertita, Aragona mi è proprio simpatico – e lo è pure l’autore, anche se non lo conosco – mi piacciono i ruoli femminili che Rua propone (in questo caso Anna ma anche l’anziana signora che tutto è meno che una vecchietta che fa la calza) e concludo dicendo che la Parthenope Trilogy non mi è dispiaciuta affatto.
Saranno pure argomenti molto sfruttati, triti e ritriti (le cattedrali, i sepolcri e tutto il resto) ma Rua mi sembra molto preparato e trasmette la sua conoscenza ed il frutto delle sue ricerche in modo intrigante, in un giusto mix con racconti di fantasia.
Questo mi basta.


Con questa lettura partecipo alla challenge Leggendo SeriaLmente visto che è il terzo libro della trilogia che ho scelto in risposta al primo obiettivo: serie scritta da un autore italiano o straniero.

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