mercoledì 9 agosto 2017

Acciaio (S. Avallone)

Per la prima volta in Italia, editori e autori si sono alleati con i lettori per dare vita a una grande iniziativa e trasmettere a tutti la propria passione per la lettura. Il 23 aprile 2015 migliaia di Messaggeri #ioleggoperchè - entusiasti e decisi a tutto - hanno affidato 240.000 libri ad altrettanti possibili lettori. Questo libro è uno di quei 240.000.
Ecco spiegato il perchè di una edizione così particolare del libro Acciaio di Silvia Avallone, senza la copertina che lo ha reso famoso ma, ovviamente, con lo stesso contenuto.

Avevo sentito tanto parlare di questo libro ma, non amando andare dietro ai libri tanto promozionati nel momento della loro uscita, non l'avevo preso proprio in considerazione fino a che non ho trovato questo titolo come consigliato nella Challenge From Reader to Reader 2.0.
Spulciando tra i libri disponibili nella libreria di casa me lo sono trovato tra le mani e... l'ho letto in due giorni. Complici due pomeriggi al mare, non è stato difficile arrivare in fretta alla fine.

Anna e Francesca sono due tredicenni che vivono a Piombino, nei casermoni che sono stati realizzati davanti al mare dal Comune, riservati agli operai: via Stalingrado. In questo posto gran parte del lavoro arriva dalla Lucchini, l'acciaieria attorno alla quale gravitano le vite dei personaggi del romanzo.

Un romanzo: questo va tenuto presente. Si tratta di un romanzo che, però, propone ambientazioni reali, situazioni reali e calca un po' la mano - credo - su altre.

Le due ragazzine sono nel fiore degli anni, i loro corpi stanno cambiando e sono consapevoli di ciò tanto da tenere atteggiamenti che, seppur ancora da bambine, sconfinano nel civettuolo. Sono amiche da sempre ed hanno due famiglie apparentemente normali alle spalle.
Eppure...
Eppure Francesca e sua madre subiscono la violenza dell'uomo di casa, un padre ossessionato dalla figlia e capace di spiarla dalla finestra di casa con un binocolo. Una situazione che diventa giorno dopo giorno insostenibile ma dalla quale la madre di Francesca non riesce a venire fuori. E subisce, sua figlia con lei.
Eppure Anna ha un mascalzone per padre, ben presto ricercato per dei misfatti piuttosto seri. Un uomo che ostenta ricchezza - guadagnata non si sa come - mentre il figlio Alessio, fratello di Anna, si spezza la schiena nell'acciaieria e sua moglie Rosa, casalinga da sempre, intuisce ma fa finta di non sapere da dove arrivino quei soldi. 
Questi i personaggi principali. Attorno a loro Cristiano e Mattia, Lisa, Jessica e tutti gli altri, personaggi di un quadro molto particolare di quella che era la vita a Piombino negli anni 2010/2011 (viene raccontato l'attentato delle Torri Gemelle). Una parte del mondo in cui sembra che il tempo sia scandito da orologi legati alla vita della fabbrica ed al mare nella bella stagione.

L'autrice, nel raccontare la storia di Francesca, Anna e tutti gli altri, usa uno stile piuttosto ruvido, forte, poco romanzato. Racconta della situazione degli operai del posto calcando un po' la mano - e credo che sia questo che ha provocato reazioni negative all'uscita del libro - sia per quanto riguarda la descrizione di luoghi che sembrano rimasti un pasto indietro da altre zone d'Italia, senza dubbio più avanzate.
Cosa significa crescere in un complesso di quattro casermoni, da cui piovono pezzi di balcone e di amianto, in un cortile dove i bambini giocano accanto a ragazzi che spacciano e vecchie che puzzano? Che genere di visione del mondo ti fai, in un posto dove è normale non andare in vacanza, non andare al cinema, non sapere niente del mondo, non il giornale, non leggere libri, e va bene così?
Francesca ed Anna si trovato in questo mondo, a vivere di quelle briciole di vita che vengono loro concesse e a sognare altro. Una vita da velina la prima, una vita di successo sul mondo del lavoro, la seconda.

Eppure...
Eppure anche ai sogni vengono tarpate le ali. 

L'autrice descrive un ambiente in cui l'omertà la fa da padrone anche davanti all'evidenza, descrive luoghi degradati, ambienti di lavoro poco controllati, luoghi in cui la droga circola quasi come se fosse normale e altrettanto normale è il suo uso per poi andare a lavorare in fabbrica e sopportare quello che ciò comporta. Descrive un mondo a parte. Questo è quello che ho pensato. Un mondo in cui una ragazzina di 14 anni finisce per ballare la lap dance in un locale per soli uomini e nessuno fa niente - pur conoscendola - per evitare che ciò accada.

Lo stile dell'autrice, secondo il mio parere, ha ben reso lo scenario. Se la storia fosse stata maggiormente romanzata non avrebbe avuto lo stesso effetto. Anche le descrizioni di momenti intimi, con termini non molto eleganti, fanno parte dell'insieme e, secondo me, non ci stanno male.

Il personaggio che più mi è piaciuto è quello di Alessio. Ed è anche stato quello la cui storia mi ha fatto più male. 
Quello che mi è piaciuto meno, che mi ha maggiormente irritata è quello della mamma di Francesca. Una donna succube e ipocrita, secondo il mio punto di vista, disposta a subire e subire senza trovare mai il coraggio di dire basta.

Letto in due giorni. Letto e piaciuto.

2 commenti:

  1. Ho letto questo libro appena uscito e ne ho un ricordo molto piacevole.

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  2. L'ho scaricato in eBook anni fa ma, proprio perché ne avevo sentito parlare tantissimo, lo avevo accantonati in attesa che si calmassero le acque e poi me ne sono dimenticata. Mi fido del tuo parere, però, e quindi ora lo riprenderò in mano!

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