domenica 6 agosto 2017

Ogni giorno ha il suo male (A. Fusco)

Antonio Fusco mi ha convinta solo in parte. 

Eh si, perché alcuni passaggi del libro Ogni giorno ha il suo male mi sono sembrati un po' scontati ed alcune situazioni hanno richiamato alla mia memoria altri romanzi dello stesso genere.
Buona la storia, con personaggi ben descritti e dalla personalità complessa ma... di questo commissario non mi sono innamorata come è successo con altri.

Si tratta di un genere che non disdegno affatto. Anzi, leggo molto spesso gialli, polizieschi e noir per cui credo di poter dire di avere in mente un bel panorama di commissari con cui fare qualche confronto.
 Pur avendo apprezzato la scrittura scorrevole, la storia ben costruita e pur considerandolo un buon libro, Ogni giorno ha il suo male mi ha riservato dei dialoghi un po' artefatti in alcuni passaggi (dialoghi che, nella realtà, credo difficilmente si sentirebbero pronunciare in certe situazioni) ed anche delle situazioni poco originali. Il commissario che vuole restare da solo sulla scena del delitto in attesa che il cadavere gli parli non è per niente originale, proposto in altre storie e, magari, situazione anche abbastanza reale però mi è sembrata poco originale.

Casabona si chiama Tommaso di nome. E' lui il protagonista. Ha qualche macchia nel suo curriculum di poliziotto (nemmeno questa è una novità assoluta) e questa macchia sarà la chiave del mistero attorno al quale si trova ad indagare. Ha una situazione familiare particolare, sulla quale il suo ruolo di commissario incide negativamente soprattutto nel rapporto con sua moglie. 
Tutto sommato quello di Casabona è un personaggio che mi è piaciuto anche se, come detto, non me ne sono innamorata come avvenuto con Rocco Schiavone, con Montalbano, con Lojacono o con Harry Hole. Non intendo fare confronti ma è stato inevitabile che altri nomi mi venissero in mente.

Forse un solo romanzo è poco, in questo caso, per affezionarsi al protagonista ma con altri non è stato così per cui forse - ovviamente si tratta di un'opinione personale - qualche cosa è mancato.

La storia, dicevo, è ben costruita ed il fatto di non aver voluto per forza allungare il brodo per arrivare al colpevole l'ho apprezzato parecchio. 

I dialoghi. In alcuni passaggi troppo articolati e poco spontanei, secondo me. 

E poi l'uso del nome e del cognome dei personaggi...  Casabona e Cristina (si tratta di una sua collega): il primo indicato per cognome, la seconda per nome nella stessa frase. Perché?  Ovviamente non c'è una regola alla base dell'uso dei nomi e dei cognomi ma Casabona e Belisario o Tommaso e Cristina personalmente mi sembrano accoppiate più azzeccate. 

Una scelta dell'autore, ovvio. Ed un mio modesto pensiero.

Ho letto questo libro in e-book e, nonostante la mia vena critica, non mi è dispiaciuto. Al momento non sento lo stimolo giusto per cercare altre avventure che abbiano Casabona per protagonista ma non escludo di farlo in futuro. Farò sedimentare un po' il personaggio per poi riprenderlo e verificare l'effetto che fa. 

Con questa lettura partecipato alla Challenge From Reader to Reader 2.0 in quanto è uno dei titoli suggeriti. Per me è la prima lettura utile per la challenge nel mese di agosto.
 

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