sabato 6 gennaio 2018

Il maestro delle ombre (D. Carrisi)

Sulla trama del libro Il maestro delle ombre mi tratterrò poco. Sia perché è piuttosto intricata e non si può non essere specifici, sia perché non ho intenzione di togliere il gusto della lettura a chi avesse intenzione di leggerlo.

Mi limito a dire che Dontato Carrisi torna con una nuova avventura di Marcus, il penitenziere conosciuto nel Tribunale delle anime, ultimo dei preti appartenenti all’ordine segreto che risponde al Tribunale delle anime del Vaticane, poi tornato ne Il cacciatore del buio (che però non ho ancora letto). Il penitenziere, un ruolo molto particolare il suo. E' un bravo investigatore che, però, ha anche una personalità violenta che non lo tiene lontano dal compiere delitti. In questa veste torna protagonista ne Il maestro delle ombre con un ruolo di primo piano ma comunque misterioso. Anche stavolta è vittima di un'amnesia che ha cancellato momenti importanti delle sue ultime ore di vita. Trova attorno a se dei segni da lui stesso lasciati, dei messaggi piuttosto chiari ai quali, però, non riesce a dare un perché.
Accanto a Marcus torna Sandra Vega, agente della polizia di Roma che si è fatta trasferire all'ufficio passaporti per stare lontana dal suo abituale ruolo di foto-rilevatrice, sempre a contatto con cadaveri e con scene del delitto. Questo suo incarico di ripiego, però, non la tiene lontana da un caso che in qualche modo la vede coinvolta: in un cellulare rinvenuto in un taxi sono state riprese immagini di una tortura compiuta a danno di un uomo e per mano misteriosa. Dopo il tremendo filmato compare una sua foto, sua di Sandra. Che legame c'è tra le due cose? 

La storia si snoda in una Roma in preda al panico collettivo per via di un black-out programmato nel corso del quale avverrà di tutto e la città verrà attaccata con violenza su più fronti. Tutto fa pensare ad una imminente apocalisse, memori anche di una bolla papale emessa nel 1521 da Leone X, secondo la quale Roma mai e poi mai avrebbe dovuto ritrovarsi immersa nel buio.

Tutto in una notte, tanto in una notte: la violenza tra le mura di Roma inghiottita dal buio, un'eccezionale ondata di maltempo che porta il Tevere ad esondare, il mistero della tortura filmata a cui si sommeranno altre morti misteriose e tutte legate da un fil rouge di rituali, torture legate all'alea mistica in cui è avvolta la  Chiesa dell’eclissi, la particolare figura dell'agente Vitali che non si riesce bene a capire di cosa si occupi, oscure figure che si aggirano in diversi ambienti (ecclesiali e non solo) allo scopo di convertire la comunità romana e non solo ad una specie di chiesa “nera” (le ostie nere simbolo del male compaiono più e più volte) , un ragazzino rapito anni prima e probabilmente legato a questa misteriosa setta (se così si può chiamare). 
Il mix di elementi è piuttosto ricco e di carne al fuoco Carrisi ne mette parecchia, passando per un approfondimento di tematiche relative agli aspetti più oscuri della Chiesa, viaggiando per le vie di Roma e diverse zone caratteristiche, proponendo personaggi dalla dubbia moralità e da abitudini alquanto singolari.

Su tutti la figura di Marcus che è un padre penitenziere alquanto singolare sia per via della sua doppia personalità che per il suo particolare rapporto con la Vega. 

Quest'ultima è la figura che più mi ha incuriosita: donna coraggiosa, segnata nell'animo da dolorose perdite che l'hanno portata ad isolarsi dal resto del mondo e che la inducono a tenere comportamenti piuttosto libertini, concedendosi in un particolare luogo d'incontri, a sconosciuti dei quali nulla vuole sapere e con i quali non intrattiene altri rapporti che non siano quelli occasionali, consumati in modo sistematico ma allo stesso tempo casuale.

E' una donna coraggiosa, si fida ciecamente di Marcus ma questo suo modo di comportarti, dal punto di vista personale, rende al lettore l'idea di una personalità complessa e non del tutto equilibrata. 

E poi c'è Vitali: un ispettore di polizia che non lavora perennemente sotto copertura e che sembra occuparsi di crimini collegati agli ambienti ecclesiastici. Ma è davvero così? O anche questa è una copertura? I suoi modi non mi piacciono proprio, non è una figura positiva pur stando dalla parte dei buoni e pur lottando per cercare di arrivare alla verità. Non mi è piaciuto e, a quanto pare, non piace nemmeno ai suoi colleghi per cui il mio giudizio a quanto pare è condiviso.
Mi è piaciuto? 
Dunque, la visione apocalittica di Roma mi è sembrata un po' esagerata e mi piace pensare che sia così. Se davvero succedessero cose analoghe a quelle narrate, in un momenti di black-out, sarebbe davvero la fine.
Interessanti i colpi di scena proposti anche se devo ammettere di non essermi affezionata a nessun personaggio in particolare.

Sono comunque intrigata dalla scrittura di Carrisi che riesce a rendere bene il senso dell'oscurità e la paura connessa a situazioni nelle quali, a quanto pare, solo un essere delle tenebre come è Marcus (abituato a lavorare nel buio) si trova a suo agio.

Una certa agitazione me l'ha trasmessa, non posso dire il contrario. Ed ora sono curiosa di recuperare il volume intermedio. Prima o poi lo recupererà ma, per il momento, cercherò letture un po' meno oscure, giusto per conciliare sonni più tranquilli.

Con questo libro partecipo  alla Challenge Di che colore sei? in quanto libro rientrante nella categoria Gialli e thriller per l'obiettivo n. 2, autore italiano.
 
Inoltre, partecipo alla Visual Challenge in quanto libro che ha un uccello raffigurato in copertina.

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