giovedì 24 aprile 2014

Histoire d'O (P. Réage)

Un classico della letteratura erotica di tutti i tempi che corteggiavo da tempo. Avevo intenzione di leggere Histoire d'O già all'epoca in cui lessi Il piacere è tutto mio, quattro anni fa. Poi, per un motivo o per l'altro, ho accantonato l'idea fino a che non mi sono imbattuta in una vendita di libri a peso e l'ho preso per la modica cifra di1,83 euro. No no, non è un errore. I libri venivano venduti a 5,90 euro al chilo ed il mio volumetto pesa 310 grammi per un totale di 1,83 euro.

Dal momento dall'acquisto al momento della lettura sono passati un paio di mesi comodi. Anzi, tre a ben guardare. Evidentemente ero in attesa del momento giusto per una lettura così, che viene presentato come un classico dell'erotismo e della quale ho trovato parecchie definizioni.
Ne riporto alcune, di seguito. Quelle che ho trovato anche sull'ultima di copertina: 


Una rarità, un libro pornografico superbamente scritto senza traccia di oscenità.

Finalmente una donna che confessa ciò che le donne non hanno mai ammesso. Senza dubbio uno di quei libri che lasciano il segno.

Con queste premesse mi sono immersa nella lettura. Si tratta di un classico pubblicato la prima volta nel 1954 ed oggetto di parecchie ristampe fino ad arrivare a quella che è finita tra le mie mani, edita da Bompiani nella collana Vintage. In questa edizione non vi sono immagini in copertina ma il fondo bianco con scritta rossa e profili in oro, così come in oro è il bollino che identifica la collana. Non credo che sia necessario raccontare la trama visto che si tratta di un libro piuttosto noto. In soldoni, viene narrata la storia (poi su questo avrei qualche cosa da dire) di una ragazza che non viene mai chiamata per nome ma identificata come O. O è innamorata di René al punto tale di soddisfare ogni sua richiesta soprattutto sul lato fisico e sessuale. E quando le sue richieste la conducono in un castello (materialmente è lui stesso che l'accompagna), il castello di Roissy, per essere addestrata come schiava sessuale lei obbedisce convinta di accrescere il loro legame e contenta di subire tutto ciò che subisce per amore suo. Ma è davvero così? Oppure l'amore per René è solo una via per imparare a darsi meglio, come schiava... ma schiava soddisfatta?
Un interrogativo che non viene svelato anche se l'amore incondizionato per René la porterà tra le braccia (si fa per dire) di un altro... per scelta dello stesso René e con l'accondiscendenza di O.

Comunque, per chi volesse capire meglio di cosa stiamo parlando, riporto la presentazione che si trova dopo la copertina che svela il succo della storia senza dire troppo.

Condotta la castello di Roissy dal suo amante, O è sottoposta ad un duro addestramento come schiava sessuale. Posseduta e seviziata, obbligata a soddisfare più uomini, viene istruita a colpi di frusta fino a quando, trasformata in una schiava perfetta, viene consegnata a Sir Stephen. Con lui conoscerà nuove vette di dolore, brutalità e amore (?). Un insuperato, scandaloso classico della letteratura erotica di tutti i tempi.

L'edizione che ho io è preceduta da due contributi introduttivi di Jean Paulhan e di Alberto Moravia: io ammetto di averli saltati a piè pari... cosa che faccio sempre visto che compro un libro per la storia che propone non per le interpretazioni o le introduzioni fatte da altri. Non mi piace che il mio giudizio possa essere in qualche modo influenzato dal parere, o comunque dalle valutazioni, di altri.

Senza scendere troppo in dettagli, mi permetto qualche considerazione. Intanto voglio dire di non avere alcuna intenzione di giudicare o di tracciare profili psicologici di O così come di nessun altro.

Partiamo dal titolo. Bhè, non viene narrata la storia di O ma solo un breve periodo della sua vita. Non si sa nulla di lei e niente viene svelato se non che è innamorata di René, che si lascia ridurre - con accondiscendenza - a schiava sessuale, che fa la fotografa di mestiere e che vive da sola. Parlare di "storia" di O a me fa pensare a qualche cosa di più. A parte questo dettaglio, vorrei partire dalle tre definizioni date sopra per condividere i miei pensieri su questo libro.

Una rarità, un libro pornografico superbamente scritto senza traccia di oscenità.  
Concordo in pieno.

Una rarità: non mi sono mai imbattuta in un libro così particolare ed equilibrato seppur nel suo essere "fuori dalle righe". 
Pornografico senza traccia di volgarità: ciò che viene narrato è molto spinto, va oltre ogni limite dettato dal pudore e mostra il lato sadomasochista che può emergere in un rapporto tra uomo donna (ma anche tra più uomini e una donna, tra donna e donna, tra uomo e due donne...). Il tutto, senza mai essere volgare: esplicito ma non volgare. Ed è qui che torno al discorso del "libro equilibrato": una narrazione forte, esplicita, spinta ma non volgare. 
Superbamente scritto: su questo non c'è ombra di dubbio. L'autrice riesce a descrivere situazioni tutt'altro che normali usando termini che permettono al lettore di immaginare senza troppo sforzo ciò che sta accadendo, senza la necessità di usare termini volgari che, invece, in altri libri (per niente paragonabili a questo se non nel tentativo di essere erotici... tentativo spesso andato vano). Scrittura superba. Sono d'accordo. 

Finalmente una donna che confessa ciò che le donne non hanno mai ammesso. Senza dubbio uno di quei libri che lasciano il segno.

A questo punto mi sento un tantino critica. 
Finalmente una donna che confessa ciò che le donne non hanno mai ammesso: che cosa? Che una donna prova piacere nell'essere violentata, seviziata in ogni modo anche da più uomini, spesso sconosciuti? Che prova piacere nell'essere marchiata nelle carni, frustata a sangue, privata di ogni parvenza di dignità? Bhè no, non sono d'accordo. Ci saranno pure donne che amano questo tipo di rapporto con il proprio partner (o, comunque, con uno o più partner) ma non credo che si possa generalizzare. Non credo proprio che la maggior parte delle donne ami situazioni di questo genere. Senza voler dare giudizi e senza voler giudicare nessuno (ognuno nella sua vita privata fa quello che crede) credo che non si possa davvero dire che l'aspirazione di tutte le donne sia quella di diventare una schiava (seppur soddisfatta come si dice di O) come avviene alla protagonista. Magari mi sbaglio ma secondo me è così. 
Senza dubbio uno di quei libri che lasciano il segno. Su questo posso essere d'accordo: è un libro che non può essere rimesso nel cassetto senza che qualche cosa sia rimasto nel lettore o nella lettrice. 

Pur ammettendo che possa esserci chi ama comportamenti estremi come quelli descritti (alla fine O viene portata al guinzaglio... e non posso dire in questa sede dove sia agganciato il guinzaglio, in quale parte del suo corpo...) non posso nascondere che, da donna, una situazione del genere mi ha... disgustata. Vabbè... non posso dire il contrario perchè ci sono soprattutto alcuni dettagli, alcune torture che vengono inflitte alla ragazza che vanno oltre ogni limite e che trovo del tutto inammissibili. Io non mi rivedo nemmeno nel 5% di O. Lei, però, viene descritta come una donna che prova piacere nel dolore e nel compiacere, attraverso l'inflizione del dolore al suo corpo, il suo uomo. Non riesco proprio a concepirlo. Eppure... c'è anche un fondamento di amore lungo tutto il racconto. Non ci si limita ad una narrazione meccanica, come si potrebbe pensare per una trama di questo tipo. O è spinta davvero da un profondo amore: anche se per me è inammissibile il pensiero che un sentimento inteso eppure delicato come l'amore possa essere espresso in quel modo, l'amore non manca in questo libro. 

Non dico altro... credo di aver già detto molto. Posso aggiungere che ho letto il libro in fretta: alcune scene ho preferito non approfondirle più di tanto perchè mi hanno fatto, davvero, accapponare la pelle. Nel suo insieme, pur trovando eccessivo il contenuto (per i miei gusti) concludo dicendo che resta scritto superbamente. Le varie versioni moderne, dalla Cinquanta sfumature a tutti gli altri, possono essere considerate solo modeste copie (senza nulla togliere agli autori che avranno sicuramente fatto del loro meglio per proporre qualche cosa di originale), meno estreme e più romantiche, ma che non reggono il confronto.

All'Histoire d'O aggiungerei, però, "vietato ai minori di diciotto anni". 

Un'ultima considerazione in merito al finale.
Un finale non c'è. Nell'utima pagina ho trovato scritto quanto segue:
"In un capitolo finale, che è stato soppresso, O tornava a Roissy, dove Sir Stephen la abbandonava.
Esiste una seconda fine della storia di O: vedendo che Sir Stephen stava per lasciarla, lei preferì morire. Lui le diede il suo consenso".

Inutile dire che sono rimasta un tantino delusa... Dopo tutto quello che subisce, dopo le violenze che vengono ripetutamente perpetrate su di lei, dopo essersi fatta umiliare all'ennesima potenza non mi dite che fine fa? Si lascia intendere, nella nota finale, che O rimane nell'isolamento monastico dell'orgia sadica del castello di Roissy oppure, in alternativa, sceglie la morte. Lei, ridotta ad una cosa, ad un oggetto per la soddisfazione del piacere altrui, di fatto non fa nessuna fine. Come se, da oggetto quale è stata ridotta, non meritasse un finale da narrare al lettore che è stato condotto lungo il calvario sessuale a cui è stata sottoposta e del quale, così viene trasmesso, è stata anche felice.


Se non ho capito male c'è anche un seguito che si intitola Ritorno a Roissy... che dà per scontato il finale meno drammatico. 
Ma una vita in un bordello come quello del castello di Roissy (che di fatto non può essere definto in altro modo, se non bordello), con tutto ciò che comporta, è forse meno drammatico della morte?

***
Histoire d'O
Pauline Réage
Bompiani Editore - collana Vintage
1,83 euro (acquistato in un banco di libri a peso)

http://www.libri-stefania.blogspot.it/2014/04/il-mio-contributo-per-il-maggio-dei.html

2 commenti:

  1. L'ho letto anni fa e da allora riletto altre due volte, ma a pezzi, perché tutto insieme non lo reggo.
    Concordo con la tua opinione su tutto. E' scritto benissimo, l'amore fa da filo conduttore, e' tutto esplicito ma non volgare però....quello che vogliono le donne non e' certo essere trattate come oggetto e seviziate! O almeno, non è quello che voglio io!
    Il finale ha deluso tantissimo anche me però io ci vedo una sorta di monito: se per amore ti annulli fino a diventare una schiava, perdi la considerazione ed il rispetto per te stessa, nessun altro ti rispetterà e alla fine diventerai in tutto e per tutto un oggetto, usato e dimenticato.
    Non so se ha senso ma io ci leggo questo, tra le righe.

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  2. Aggiungo che è' proprio ad un'altra livello rispetto ai romanzi "erotici" di successo dell'ultimo periodo. Forse ciò che si avvicina di più come capacità di scrittura non volgare ma erotica, seppur con linguaggio molto più moderno e meno "poetico", sono i libri di Almudena Grandes. O meglio, il libro "Le età di Lulu'" perché altri non ne ho letti, anche se ho visto parecchie recensioni.

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