lunedì 16 ottobre 2017

L'uomo di neve (J. Nesbø)

Con Nesbø ho un problema molto serio: non riesco a mollare i suoi libri. Nel momento in cui inizio la lettura sono consapevole della difficoltà di smettere. Così, succede che - avendo il libro in lettura sempre con me, in borsa - ritardo di 10 minuti la palestra e mi metto a leggere un capitolo in macchina, nel parcheggio; un altro capitolo lo leggo al centro commerciale mentre attendo che mia figlia torni dal negozio in cui si è recata con un'amichetta, mentre attorno a me brulicano centinaia di persone rumorose; passo la notte (quasi) in bianco per arrivare alla fine. 
Ecco, questo è il rischio che corro con lui.
E lo corro sempre sempre volentieri.

Con L'uomo di neve continuano le avventure di uno dei commissari più tosti che conosco: Harry Hole. Perennemente alle prese con i suoi demoni interiori, con una vita sentimentale piuttosto instabile, con alcune figure che sono oramai imprescindibili quando si parla di lui. 
Rachel e Oleg: queste sono, principalmente, le figure a cui mi riferisco.
Rachel oramai è insieme ad un altro uomo e la storia con Hole è (o meglio, dovrebbe essere) definitivamente relegata nel passato di entrambi. Eppure... eppure Oleg continua a riferirsi a lui quando parla di suo padre (il suo papà biologico non ha mai vissuto con lui e sua madre ed è lontano da loro, da sempre). Eppure Rachel non riesce a dimenticare quell'uomo così combattuto tra il suo lavoro - a cui dà anima e corpo - e la sua voglia di dimenticare con un bicchiere di Jim Bean in mano. O forse due, o tre...

Non ha ancora vinto del tutto la sua battaglia con l'alcolismo, Harry Hole, ed i suoi colleghi sanno bene di avere a che fare con un uomo che ha dei limiti ben precisi sul lato personale ma che, questo è indubbio, sul suo lavoro ci sa fare. E' un uomo intuitivo, capace di riconoscere i propri errori e pronto a dare tutto se stesso soprattutto quando c'è di mezzo la sua famiglia, o quella che considera tale. E sul lavoro è uno tosto sia dal punto di vista meramente operativo che in quanto ai ragionamenti che stanno alla base delle varie indagini.

Anche stavolta, e non è la prima volta, Hole è a caccia di un assassino che ha preso lui stesso di mira. Lui e le persone che gli stanno a cuore.
Non è una novità, così come non lo è il fatto che si le apparenze ingannino, che niente è come sembra e che la svolta arriva dal punto in cui meno è prevedibile che arrivi.

Lo schema narrativo di quello che è il settimo libro della serie Harry Hole non è affatto nuovo e questo in linea di principio potrebbe stancare. Elementi comuni alle precedenti storie potrebbero far puzzare la storia di stantìo... ma non scherziamo! 
Non è affatto così. 
La scrittura di Nesbø è fluida e chiara, così come è indubbia la sua capacità di tenere il lettore in pugno, fino alla fine. 
Con il fiato sospeso: sono rimasta letteralmente con il fiato sospeso e non esagero...

Ad Oslo è arrivata la neve.
Può un innocuo pupazzo di neve essere un elemento capace di fare da legame tra terribili delitti che vedono, come vittime, delle donne? Può essere un serial killer che lascia tracce per essere trovato da qualcuno che sia dotato del giusto acume per mettere insieme una serie di piccoli pezzi sparsi ad arte?
Quest'uomo non può che rispondere al nome di Harry Hole. Sarà lui il commissario incaricato delle indagini con una squadra che, per suo volere, sarà ridotta ai minimi termini e con qualche amico su cui poter contare. 
Sono parecchi i personaggi le cui storie si intersecano ne L'uomo di neve. Alcuni arrivano dal passato, altri sono del tutto nuovi, altri ancora destinati a non lasciare nemmeno un piccolo segno nella vita di Hole mentre altri, anche se non si direbbe, la segneranno in modo molto chiaro.
Non sono indagini semplici e si arriva troppo presto ad una soluzione che, però, non convince Hole. Una soluzione di comodo, che potrebbe far uscire a testa alta l'intero commissariato e le sfere alte del potere ma che non convince. E' così che Hole va avanti a testa bassa, con i suoi metodi, con le sue intuizioni e trova nessi tutt'altro che casuali tra le morti di oggi e diverse morti del passato, apparentemente inspiegabili. 

Harry si imbatte in una collega che rischia di segnare la sua fine come commissario.
Si imbatte in un uomo che è l'esatto contrario di ciò che vuole mostrare di essere.
E si imbatte in un amore che non ha bisogno di parole. E' così, punto e basta. Volenti o nolenti. 

Protagonista assoluto di questo libro è Hole, anche se ammetto di aver guardato con un occhio piuttosto attento la figura del piccolo Oleg. Eh sì! In passato ho commesso l'errore di leggere uno dei libri successivi a questo che hanno proprio Oleg - un giovane Oleg e non più un ragazzino - come protagonista per cui, conoscendo alcuni sviluppi, l'ho tenuto parecchio sotto controllo!
Mi è rimasto qualche dubbio solo attorno alla figura di un tizio che entra in casa di Hole dicendo di doverla bonificare da antipatici e pericolosi funghi. Una figura misteriosa, a mio avviso, che non mi pare abbia avuto un ruolo nel racconto. Allora, a che è servita la sua introduzione? Che sia un gancio con il prossimo libro della serie? Lo scoprirò presto! 

Con questa lettura partecipo alla quarta ed ultima tappa della The Hunting Word Challenge con la parola NEVE che trovo nel titolo e raffigurata in copertina.
Inoltre, partecipo anche all'ultima tappa della challenge Leggendo serialmente per l'obiettivo generico: autori nordici! Un obiettivo che adoro, perchè vi rientra un autore che adoro.

1 commento:

  1. ho già letto anche io libri successivi (questo l'ho letto anni fa) e quando parlavi di Oleg ho avuto i tuoi stessi pensieri, ne sono sicura!
    Libro bellissimo e molto coinvolgente, sono curiosa di scoprire come sarà il film

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